Era figlio d’un soldato
che in guerra è mancato
com’è mancato il suo bacio
da quella notte buia dell’inverno
in cui il cielo iniziò un pianto
che l’avvolse come un manto.
osvaldo sognava di volare
oltre il cielo dell’oscuro signore,
sognava di potersi innalzare
e volare da suo padre.
per natura l’uomo non ha ali
per salire ma solo per morire
e lasciarsi andare alla luce astrale
come un angelo che sale
al segreto che non si può pensare
che non si può raccontare.
osvaldo cercò allora un modo
per superare questo triste mondo
senza dover evadere o morire
senza dover soffrire.
prendendo un foglio bianco
tracciò le linee del suo pensiero
svuotò il suo gran maniero
e si mise a disegnare la vita
che ora poteva definirsi infinita
come una poesia da recitare.
osvaldo non era un grande artista
ma non fece mai l’opportunista
liberava il suo cuore malato
cercava il padre amato.
a noi gente d’oggi non importa niente
di chi trasporta antiche catene
interessa solo non doversi preoccupare
tanto c’è chi ci verrà a salvare
o a prenderci in castagna nelle case
mentre saremo a rubare.
dipinse volti e paesaggi d’oltremare
donne che era solito amare
frequentò le strade italiane
vivendo solo come un cane.
autunno e inverno chiamarono la fame
s’impoverì la banca del pane
ognuno fuggiva a cercare il mangiare
non contava più il sociale
perché senza giubilo non c’è classe
e’l quarto stato non guarda più le tasse.
avendo l’aspetto emaciato
fu preso per un drogato
per uno dei ladri del fornaio
venne così arrestato.
le notti in prigione parevano l’inferno
in realtà erano molto peggio,
quasi un supplizio eterno
tra grida e pianti, gente invocava un santo
ma lui pregava il suo santo
il padre che si chiamava Antò.
osvaldo è morto tutto solo
chi ha amato l’ha lasciato
adesso è asceso come nel suo quadro,
è andato oltre l’alto.
osvaldo dorme tra coperte di lana
e fuori soffia la tramontana
qualcuno sosta alla porta
sarà forse il gatto annoiato
poi invece spunta una mano,
il papà è ritornato.
.A.G.