Era un dì di primavera, quando mani forti e laboriose, colme di paterno affetto,
mi collocarono saldamente ad una trave maestra di desideri.
tutti i pomeriggi sentivo passi leggeri ed innocenti, che scendevano le scale
e arrivavano da me.
gambe paffutelle salivano e si sedevano, mentre piccole mani si aggrappavano alle mie forti catene che le lasciavano sospese a mezz’aria.
la madre vigile, dolcemente le spingeva ed io guardinga, trattenendo pure il fiato,
temevo il vento che le sfiorava.
per molte lune son venute e mi trovavano complice ad aspettarle! Intrepida incominciavo ad oscillare quando
saltellanti e spensierate correvano giù per le scale.
leggiadre salivano su di me e si spingevano da sole, sempre più in alto,
avide di altri orizzonti, tra urla di gioia ed emozioni mozzafiato.
altre lune ancora passarono e sempre da me ritornarono, ma con passo pensieroso e furtivo.
pur sapendo volare in alto, le dondolavo cigolando, mentre leggevano e rileggevano
le loro prime lettere d’amore, fonte di languidi sospiri e sogni proibiti.
era estate quando le due sorelle, al risveglio di quel sogno, son discese, ma erano ormai diventate Donne!
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