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Pubblicata il 01/06/2013
Quanto dolore
nella foglia che perde il suo colore
che tremore mentre prillando cade
nella morsa del vento
che invade gli avanzi d’autunno.
dal tiglio spento,
che sua ombra riconosce a stento,
nell’odor vespertino inizia il suo cammino
e senza meta scende.
ruzzola, volteggia, s’arrotola, plana,
tende a fermarsi, risale, danza, sosta,
sembra voltarsi un su, poi vien giù.
geme pel suo nido il merlo
senza protezione fino all’altra stagione.
anche la gazza spaurita
rende smarrita commiato alle sue foglie
che raccoglie il soffio e porta via.
pallide, contorte, ballerine, alcune sole, altre vicine,
smarrite, sembran girarsi a salutare dicendo:
aspettateci un’anno, sapremo ritornare.
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Caro Ugo, ancora una volta ci regali immagini semplici che la tua poesia sa avvolgere di magia. Complimenti,patty

il 02/06/2013 alle 08:02

Consapevoli foglie di poesia! Bravo Ugo!

il 02/06/2013 alle 09:46

autunno di magia nella tua soave poesia ,ciao Ugomas

il 02/06/2013 alle 12:21

Un bel volteggiare di versi scritti con eleganza e maestria. felice domenica

il 02/06/2013 alle 14:26

nella morte di queste foglie già si intuisce la speranza di nascita nuova, senza tempo molto bella e delicata ciao

il 02/06/2013 alle 16:59

Guarda che deve ancora arrivare l'estate Ugo. Vabbè che col tempo che ci ritroviamo vien da pensare all'autunno... e... vero... ci sei riuscito ed hai composto una gran bella lirica. Complimenti per quel "prillando"... Con affetto Fabio

il 02/06/2013 alle 23:55

Oh! Mi piacerebbe tanto che tu ti ricordassi Dei giorni felici in cui eravamo amici. A quei tempi la vita era più bella E il sole più brillante di oggi. Le foglie morte si raccolgono con la pala. Vedi, non ho dimenticato... Le foglie morte si raccolgono con la pala, anche i ricordi e i rimpianti. E il vento del nord le porta Nella fredda notte dell’oblio. Vedi, non ho dimenticato... La canzone che tu mi cantavi. Yves Montand Forse riportandoti la traduziole della canzone francese ho snaturato o drammatizzato i tuoi versi, ma io oltre le tue parole, meglio, in esse, ho colto una assenso silenzioso alla malinconia ed alla inesorabilità del destino non inteso some fato ma come naturale evolversi degli avvenimenti un traqgitto un inteludio, una fine... pardon, Sergio

il 04/06/2013 alle 13:55

"Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,/ risale, prende il vento; ecco pian piano/ tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza./ " .......Caro ugomas il richiamo è stato troppo forte....I tuoi versi bellissimi mi hanno fatto venire in mente quella balza davanti ad Urbino ventosa.....Poi il merlo che geme "pel suo nido" pare di vederlo....Checché ne dica o possa dire il Kenji il tuo modo di poetare mi manda in visibilio......., rom.

il 05/06/2013 alle 18:41

...Dopo ogni morte non può esserci che rinascita...kiss

il 06/06/2013 alle 16:36

Bei versi colmi di magia come i colori autunnali

il 23/06/2013 alle 17:45