Quando era acqua o fango, o quel che vuoi
l’uomo era amalgamato col Creato
inconsapevole del proprio stato.
Per tutto quello che successe poi
se noi cerchiamo il vero alla radice
sentiamo quello che la Bibbia dice.
Qualcuno prese in mano la materia
e fabbricò un pupazzo e, a quanto sembra,
un soffio e l’obbligò a muover le membra.
Ma la cosa risulta assai più seria
che poi, -per completare la magagna-
con un suo osso fece la compagna.
Con questa azione completò il Creato.
Ma l’uomo, da quel giorno e fino ad oggi
-anche se Dio gli concedé gli appoggi-
di quel regalo non s’è accontentato:
questa natura fin da quella data
come come ha voluto l’ha modificata.
E’ uscito dalla grotta a pecorone
si fatto un bel vestito artificiale
la casa, l’ atomobile e le fiale
per riempirsi di droga all’occasione.
Poi anche i soldi -che furbo- ha inventato
-pensa che scemo- per darli a lo stato.
Gli avevano affidato una fortuna:
gli alberi, l’aria, il cielo e le stelle
lui prima si vestiva di una pelle
ed ora va perfino sulla Luna.
Fin dal tempo più antico fa il possibbile
per inquinare aria e commestibile.
Una volta respirava aria fresca
ora soltanto puzza. Ma la sorte
lo spingerà -per evitar la morte-
a... attaccarsi alla fava romanesca!
Perché ai giorni nostri è un paradosso
Voler tornare ai tempi di quell’osso.
enioorsuni@libero.it