Oggi il sole
spara un raggio nuovo,
fa spuntare le viole.
Son spuntate
nel giardino del convento,
mentre tra le fronde della quercia
soffia il vento.
L’aria è fresca, azzurrina
tiene sospeso gli aquiloni.
Noi alunni siamo usciti
a giocare tra l’erba spina.
Colora di spento l’autunno
brillano le bacche rosse
e qualche fior di primavera.
Un pettirosso tra i rami saltella
e la lucertola striscia a terra.
Sbuffa l’Urbino ventoso,
noi inviamo al cielo
un saluto
alla nostra cometa.
Borbotta, arrotola,
ridacchia il vento
si mescola
alle grida di un bimbo.
Sottrae il filo della mano
al bambino,
come un fiore
l’aquilone vola via
e va a rifiorire lontano.
Alza gli occhi il bimbo
segue il suo volo in cielo.
Lassù un punto brilla
Il vento or soffia di traverso
trasportano uno strillo.
Tre voci che conosco
escono dalla mia stanza:
una dolce una acuta una velata.
Riconosco i miei compagni.
Piansi e pregai che il vento
facesse cadere gli aquiloni.
Eri pallido
avevi solo punti rossi sui ginocchi
erano segni di preghiera.
Gioioso chiudesti gli occhi
deciso,
stringesti il gioco preferito.
Morìsti stringendo
la gioventù al petto
come petali di fior.
Sei morto ragazzetto
anche io presto ti raggiungerò
sotto terra
dove tu riposi soletto.
Verrò sudata
dopo aver fatto
una corsa sul colle.
Ci verrò con la testa mora
fredda sul guanciale.
Pettinato con una onda
come mia madre.
Ti accarezzerò adagio
per non farti male.
PASCOLI e QUIARA arrangiatrice