Perché ...
Perché perdute le speranze
privo sto di carezze e l’uggiosa pioggia
nel mio malinconico animo prende dimora.
E mi divora e mi tortura ahimè
tanto che a stento penso,rifletto e scrivo.
E tu incredibile fata, guaritrice
di depressioni, di sfiducia
e arrugginiti pensieri, quando mi additerai
una tua se pur vaga promessa
e accoglierai l’ammalato tra le braccia?
Perché accanto a te io m’accenda
e spenga assai dolcemente,
e le carni si spingano vicine
e giocando a loro agio godano
del calore della tua carne…
Vicino a te scomparirà il tempo,
si fermeranno l ’ore, finché l’animo s’arrenda
alle calde lusinghe della quiete …
Tanto da venir meno ogni scudo
e corazza e resistenza, che mi difesero
allorché tu mi negavi ogni tenerezza.
Ancora la ricordo, quella tua mano
che sempre spietata mi sfuggiva,
e le carezze tue desiderate e mai ricevute;
e non dimentico quelle ginocchia tue rigide
alle quali mai volli fare violenza.
Mi dicevo:basta il mio amore puro a redimerle …
E’ un singhiozzo la mia vita e si stanca
e cure non conosce;
e le tue orecchie non colgono il mio requiem
né tu per me possiedi l’anestetico
che porti sollievo al mio tormentato sonno.
Non mi dite che il paradiso
è la perdita dei desideri,
e che restituiscono amore
anime e cose e sogni cui si voglia bene.
Il mio peccato piango e il labbro di fango
intorpida il frutto morso al tempo mio malato.