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Pubblicata il 30/11/2012
Perché ...

Perché perdute le speranze
privo sto di carezze e l’uggiosa pioggia
nel mio malinconico animo prende dimora.
E mi divora e mi tortura ahimè
tanto che a stento penso,rifletto e scrivo.

E tu incredibile fata, guaritrice
di depressioni, di sfiducia
e arrugginiti pensieri, quando mi additerai
una tua se pur vaga promessa
e accoglierai l’ammalato tra le braccia?

Perché accanto a te io m’accenda
e spenga assai dolcemente,
e le carni si spingano vicine
e giocando a loro agio godano
del calore della tua carne…

Vicino a te scomparirà il tempo,
si fermeranno l ’ore, finché l’animo s’arrenda
alle calde lusinghe della quiete …
Tanto da venir meno ogni scudo
e corazza e resistenza, che mi difesero
allorché tu mi negavi ogni tenerezza.

Ancora la ricordo, quella tua mano
che sempre spietata mi sfuggiva,
e le carezze tue desiderate e mai ricevute;
e non dimentico quelle ginocchia tue rigide
alle quali mai volli fare violenza.

Mi dicevo:basta il mio amore puro a redimerle …
E’ un singhiozzo la mia vita e si stanca
e cure non conosce;
e le tue orecchie non colgono il mio requiem
né tu per me possiedi l’anestetico
che porti sollievo al mio tormentato sonno.

Non mi dite che il paradiso
è la perdita dei desideri,
e che restituiscono amore
anime e cose e sogni cui si voglia bene.
Il mio peccato piango e il labbro di fango
intorpida il frutto morso al tempo mio malato.
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Stupenda!
Sei bravissimo,
elargisci emozioni ad ogni riga.
Ancora i miei più sinceri complimenti.
Patrizia

il 30/11/2012 alle 09:14

i perché amorosi sono sempre ingombranti, mi piace molto la malattia che metti in campo, rich.

il 30/11/2012 alle 11:58