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Pubblicata il 19/11/2012
Cosa resta di te
che valga la pena d’esser ricordato
da chi aspetta un filo di luce
che tarda a farsi scoprire
in questa notte d insonnia
che graffia la mia stanca memoria…

Cosa resta di me
vittima del mio disordinato amore
come zattera travolta dall’onde del mare
che mi faccia ricordare
quello che ero, quello che fui
quando ancora mi sentivo vero…

Perché quest’oggi
non so più ch sono
e se non ho un nome
non voglio né ricordi né memoria
non voglio né presente né domani
voglio solo dissolvermi nel nulla…

Cosa resta di te… e di me
dei nostri castelli in aria
di quei appassionati giuramenti
della nostra mano nella mano
di quei baci appassionati
che mi dicevano: sei vivo…

Come foglia che il vento strapazza
quando l’autunno è presago di tristezza
così anch’io barcollo nella rete della vita
come acrobata di un circo equestre
ma se lui scende sicuro e l’applauso l’accoglie
chi taglierà per me le maglie che m’imbrigliano?
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il finale(circense) dice più di tutto e la domanda preme a lungo dopo averla letta, rich.

il 19/11/2012 alle 17:43

In amore capita di tutto ma dissolverti nel nulla non troverai una giusta soluzione .Certamente non è piacevole sentirsi come foglia strapazzata dal vento,
Però tu fai in modo di essere come l'acrobata,
cerca di accogliere applausi.
Un saluto eclisse.

il 19/11/2012 alle 18:22

I tuoi versi sono frecce che colpiscono, toccanti ed espressivi di molta sofferenza.
ninetta

il 20/11/2012 alle 17:22

Sai colpire direttamente al cuore e qui come il tuo acrobata raccoglierai sentiti applausi.
Un sorriso
Patrizia

il 24/11/2012 alle 12:13

Tristemente bella. Il tocco finale è... il "finale".
Complimenti
Fabio

il 01/12/2012 alle 16:20