PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 21/10/2002
Voler Giustizia
Ma con forme errate:
Pago le spese.
Ti ho chiesto d’amarmi
Come t’amo. Ho perso.
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Caro Ernesto, la tua solitudine e la tua delusione sono spesso i protagonisti delle tue poesie, e vorrei tanto leggere qualche cosa di più positivo, augurandoti quindi che tu riesca a trovarne le ragioni. Quanto alla poesia, ineccepibile e formalmente e perfetta nella sua ratio, la trovo molto lontana (come molte altre proposte ultimamente sul sito) dallo spirito dell'Haiku o Tanka (Waka) di cui rimane unicamente la metrica.
Questi componimenti dovrebbero cogliere la leggerezza estetica di un'intuizione dell'essere, magari con una punta di pacata tristezza, un'immagine della natura che parla di quiete dell'anima, mai di tormento profondo, mentre spesso vengono proposti dei veri aforismi, in questa forma.
Questo, giusto per cogliere l'occasione per chi legge e che è a digiuno di certe forme espressive giapponesi, che sappia che lo spirito che pervade l'antica poesia giapponese (WA = Giapponese KA poesia) e quindi i Tanka (Tan = breve, Ka poesia che sono questi componimenti di 31 sillabe) hanno uno spirito e regole e molto più complesse che solo quella metrica,
Questo senza nulla togliere alla validità intrinseca della tua poesia.
Un abbraccio
Axel

il 21/10/2002 alle 10:39

Che tristezza dover Pagare…non per aver sbagliato,
ma per aver tanto amato, magari senza misura,
annientandosi, per una persona che non ha capito e non l’ha apprezzato….
Ma in amore chi perde è solo chi non sa,
non riesce ad Amare completamente…chi soffre, per assurdo, si arricchisce,perché ne conosce il valore molto “fin nel profondo”
Ciao…Mary*

il 21/10/2002 alle 10:58

...oh amore bello
amore oscuro
non posso chiederti
di amarmi
quanto t'amo
cuore che adora
lo fa per suo piacere
in cambio
chiede solo
di essere se stesso...


NUDA REALTA'...vorremmo essere amati come amiamo...quasi mai è così...il cuore non sente ragioni...urla...se ami veramente urla con se stesso e non fa male agli altri...ha ragione qualcuno quando dice che chi si sente tradito in quel sentimento e colpisce con cattiveria è perchè non ha capito ...ha travisato comportamenti che nulla hanno di perfido...e si riempie solo del suo orgoglio e dei suoi pregiudizi....ma tutto serve per "crescere" ...

un caro saluto ...setanera




il 21/10/2002 alle 17:13

Nel tutto armonico e coerente del componimento, forse un solo dettaglio che non torna: quel "t'ho chiesto d'amarmi..." (e non il "come t'amo").
Un saggio ha detto "se ami qualcuno, lascialo libero". Credo di essermi spiegato amico.
Un caro abbraccio Ernesto.
Max

il 21/10/2002 alle 18:43

Cara Simy, non sarò così dettagliato nella risposta che sarebbe adeguata a questo tuo commento nato dal cuore e guidato dal cervello.
Qui il nocciolo delprobelam da te sollevato e ben descritto in quel meraviglioso libro di Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso.
Quando si ama totalemente, lo si fa con tutti gli orgnai possibili e immaginabili. Ma se l'amore nasce da una scoperta della ragione (normalmente l'amore "cieco" è quello passionale, del cuore, sede dei sentimenti), cioè da una volontà di amare al di là di quelli che sono i limiti del corpo, è molto difficile accettare situazioni non strettamente connesse con la razionalità.
La mia poesia nasce da una considerazione secondo la quale l'amore di uno dei due (la lirica va oggettivizzata) è diverso da quello dell'altro. Si crede, alle volte, di amare di più dell'altro; ma, forse, si ama diversamente da come l'altro vorrebbe.
Nell'amore, insomma, non esiste la reciprocità.
Non è un do ut des nè, tantomeno, un do ut facias.
E' uno scambio di "vita con vita", per dirla con Capograssi, e basta.
E poi, per quel che concerne la storia, siamo solo a una puntata.............
Continua.............
Grazie.
N.

il 21/10/2002 alle 21:20

Comprendo lo spirito della critica e sono assolutamente in sintonia con quel che dici.
Ho "occidentalizzato" lo spirito giapponese.
Una trasformazione derivata da quello che il momento poetico impone: una veste per un'idea.
Il componimento breve, a volte, per incisività, rappresenta le emozioni meglio di una poesia tradizionale.
In Giappone, inoltre, più che lettere, vi sono ideogrammi e la sintesi tra le immagini di queste e quelle suscitate dalloro contenuto, danno al componimento struttura e idealità diverse.
E poi..... in amore è concesso tutto, no?
Grazie.
N.

il 21/10/2002 alle 21:25

Caro Max, "preliminarmente" una considerazione di stampo giuridico: Il senso è che la domanda appare giusta ma la forma è sbagliata. Nel senso che in fondo c'è una richiesta conforme a giustizia ma, per colpa di un formalismo esasperato, la domanda è rigettata, con la condanna alle spese.
Lo sai.
Quindi lo spirito della poesia è in quest'ottica che va letta. Ho sbagliato nelle forme ma il senso profondo è giusto e rimane e anche l'altro/a lo sa.
Concordo sullo spirito del motto da te riferito: ma non esiste un solo "tipo" di amore. Pensa a quello filiale!
La vita, del resto, è talmente strana che, oggi, non avrei mai scritto questa poesia!
Ma non la rinnego per sabato!
Grazie.
Un abbraccio
E.

il 21/10/2002 alle 21:32

Giuste considerazioni; concordo anche con te.
In una coppia l'amore deve sempre trovare un giusto equilibrio. C'è sempre chi dà e chi riceve alternativamente. un + e un - in costante scambio di ruoli e situazioni.
Chi dà di più deve aspettarsi un po' di meno; questo in modo altalenante e nel tempo; poi, si spera, tutto si equilibria. Per un po' e poi ricominciare.
E' la vita!
Grazie.
E

il 21/10/2002 alle 21:45

Grazie Ily per le parole e la testimonianza.
Arduo è amare e non esistono sacrifici. Se si sentono o si avvertono, non è più amore ma qualcosa di altro, di diverso; un affetto anche grande.
E l'amore di ognuno di noi è diverso nei modi, nelle forme, nel trasporto.
Ovvio che bisogna essere in due!
Chi dà e chi prende.
Nell'archietipo dell'amore c'è tutto, in bene e in male.
Del resto, come diceva Nietsche, "Tutto ciò che accade per amore, accade sempre al di là del bene e del male" di chiunque.
Grazie.
N.

il 21/10/2002 alle 22:01

Grazie Ily per le parole e la testimonianza.
Arduo è amare e non esistono sacrifici. Se si sentono o si avvertono, non è più amore ma qualcosa di altro, di diverso; un affetto anche grande.
E l'amore di ognuno di noi è diverso nei modi, nelle forme, nel trasporto.
Ovvio che bisogna essere in due!
Chi dà e chi prende.
Nell'archietipo dell'amore c'è tutto, in bene e in male.
Del resto, come diceva Nietsche, "Tutto ciò che accade per amore, accade sempre al di là del bene e del male" di chiunque.
Grazie.
N.

il 21/10/2002 alle 22:01

In amore se si commettono errori (per esempio quanto a "intensità" dello stesso) sono sempre comprensibili e giustificabili (dall'altro) nell'ottica della reciprocità dei sentimenti.
Nel caso di questa mia poesia è l'aver compreso, forse, di aver errato nei modi ma non nella sostanza. Il fatto di perdere, ad esempio, posto che si tratta di "improcedibilità", sta a signioficare che con altre forme è possibile rifare la domanda e .....vincere la causa.
Quidi, nulla è perduto definitivamente.
Grazie.
N.

il 21/10/2002 alle 22:06

In amore se si commettono errori (per esempio quanto a "intensità" dello stesso) sono sempre comprensibili e giustificabili (dall'altro) nell'ottica della reciprocità dei sentimenti.
Nel caso di questa mia poesia è l'aver compreso, forse, di aver errato nei modi ma non nella sostanza. Il fatto di perdere, ad esempio, posto che si tratta di "improcedibilità", sta a signioficare che con altre forme è possibile rifare la domanda e .....vincere la causa.
Quindi, nulla è perduto definitivamente.
Grazie.
N.

il 21/10/2002 alle 22:07