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Pubblicata il 11/01/2012
Sostavano germogliando in spettri
lungo la ferrovia
dalla metro sporchi abbracci, vasi accatastati
terra nera, palme di braccia piegate, disossate.

S’appoggiavano
soffocando sotto la stretta
nell’ugola del nulla.

Uguale l’edera aggrappata ovunque
non la lascia, nel senso del disaccordo
negli oleandri decaduti e ortensie
dai fiori lacerati.

Un telo di plastica nera ruvida
è pur sempre qualcosa che appoggia.
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benvenuta su PH, con questa stupenda poesia che mi meraviglio non abbia sortito alcun commento.
Mi sono piaciute molto le metafore che hai sapientemente utilizzato, molto ricche di profondità e contenuto, sei certamente un acquisto prezioso, spero di leggerti ancora, quanto prima!
Axel

il 12/01/2012 alle 09:53

grazie axel del benvenuto e del commento! Passerò a leggerti.

il 12/01/2012 alle 11:12

Benvenuta.
Bellissima poesia! Complimenti!
Alessia

il 12/01/2012 alle 12:06