Tempie impazzite pulsano in un tam-tam di battiti frenetici.
Il sudore scende a rivoli lungo la fronte e la schiena.
Le maniche della camicia sono arrotolate sino all'ascelle.
Disteso in mezzo alla sporcizia di questo casolare diroccato,
con una mano tengo l'accendino acceso e con l'altra il cucchiaio della mia felicità.
Manca poco, prendo la siringa che mi ha prestato Giacomo e aspiro il contenuto dal fondo argenteo.
Adesso, cerco una minuscola superficie in quella giungla di tumefazioni sulle braccia e infilo l'ago.
In quel momento, mi accorgo di quel che faccio in quel luogo,
così accade ogni volta che mi buco.
Penso di farmi del male, ciò mi avvolge totalmente,
inebriandomi sino al punto da isolarmi per non so quanto tempo.
Con quella siringa in mano, mi sento forte, molto forte, sicuro della guarigione, da ogni malattia.
Aiuto.