PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/10/2002
La luna era alta
Pensai "Dio, come brilla!"
Afferrai la bottiglia
La bottiglia di vodka
La scolai d'un unico fiato
Tutto il resto, preparato
Ed ingoiai tre o quattro pasticche
Per non lasciare alcunché d'intentato
Poi quando l'orologio ghignò
Le dieci e trenta o forse ventotto
Uscii di casa e mi misi il giubbotto
Fuori faceva un gran freddo cane
Eran passate due ore fottute
Inforcai come un matto lo scooter
Feci una corsa, feci una corsa
Col sudore sulla fronte
Vidi davanti il solito ponte
Pensai "Forza, coraggio!"
Uno, due, tre ed ero già in aria
Atterrai su quel fiume del cazzo
Finì la mia vita su un masso
E mentre gridavo "Stronzi, adesso arrivo io!"
Balenò sopra i ciottoli
Un istante di Dio
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Questa tua poesia è scioccante....ma si legge con una tale fluidità che è impossibile ignorarla...
Le parole sono forti, e la rabbia e la determinazione dei gesti narrati sono talmente evidenti....fa venire i brividi il momento del salto...e non solo...
Deduco "dall'istante di Dio" che la storia sia a lieto fine anche se la frase "Finì la mia vita su un masso" non lascia spazio ad interpretazioni...

Mi pare di aver detto tante banalità...per spiegare quel che questi versi sanno suscitare...quindi mi fermo qui.....ma....
SAREBBE SPRECATO BUTTARE VIA LA VITA IN QUESTO MODO!!!!
Ciao...Mary*

il 06/10/2002 alle 21:28

questi sono fra i primi versi che scrissi.
identificandomi nel punto di vista di un suicida, non ho voluto analizzare le possibili cause... è un gesto troppo grave e solenne per poterlo giudicare a priori. ma ho pensato che vi sia qualcosa di sacrale nel rito di chi si prepara al suicidio, e sono convinto che nell'ultimo istante in cui gli occhi di quell'uomo vedono il mondo, allorché è già tardi per pensare ai motivi del proprio gesto, una visione gli appaia... Dio o l'Inferno, chi lo sa...
non ci sarebbe poesia se tutto sapessimo
ciao

il 06/10/2002 alle 23:32