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Pubblicata il 20/04/2011
Con fretta,
da anni ho colmato il tempo che accanto saetta,
forse da quando son nato,
con furia da sempre ho marciato.
Nessuna fermata
e la vetta sperata mai guadagnata.
Ma bizzarra sorpresa, impossibile indugio,
mi sussurra un rifugio: .
Imprevisto pensiero di tregua m’intralcia la strada;
d’un tratto mi sono concesso un quesito:
“Vado o ritorno or che il giorno dilegua?”
Mi guardo d’intorno,
sono confuso, perplesso, non so cosa fare: devo frenare?”
feroce ritorna una voce.
Ripenso: “Affondo se freno”.
Ma ecco violenta la scelta s’affaccia:
“Taccia la voce, ho deciso, rallento”.
Divento viandante appiedato,
guardo il rigagnolo pigro,
scolpisco il mio paesaggio,
mi fermo, mi parlo e non sento disagio.
“Fatti coraggio,” mi dico,
“ammira la luce d’autunno sul tiglio che tarda sui rami declina,
ascolta il silenzio che scende veloce sulla collina,
non c’è più tempo impara ad amarlo.
Ascolta tacendo la gente, sorridi se non dice niente,
il giorno assapora pensando,
il foglio ricama scrivendo.”
atroce ritorna la voce.
Non è un’ingiunzione, è come canzone e sono contento.
Mi sento di farlo, mi pento di questa vitaccia,
da oggi, da ora, all'istante,
ho chiuso: rallento.
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bella, coinvolgente, ben scritta. complimenti.
saluti.
ninetta.

il 20/04/2011 alle 15:08

ma cosa rallenti, detto con molta cordialità, sii solo te stesso, auguri da rich.

il 21/04/2011 alle 15:48