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Pubblicata il 11/03/2011
Nella stanza vuota, i miei occhi come un monotono pendolo osservano distanti,
lentamente in pace, il mutare delle stagioni
nel solito noioso ciclo infinito.

Destra e sinistra, uno e due.
Dondola il pendolo d'un orologio
in un ciclo di monotona noia.

Lentamente, lo seguono le lancette
nel loro orario giro inesorabile
scandendo la morbosa pacatezza del tempo.

Sinistra e destra, tic e tac.
Questo è il suo continuo moto,
questo è il suo continuo suono,
questo è il suo continuo gioco.
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ipnotizzante. risulta da questi versi un gioco indipendente dalla volontà e dal desiderio di essere sorpresi, la misura del tempo deride e mette angoscia, rich.

il 11/03/2011 alle 18:10

quel pendolo che non si ferma , imperterrito continua nel suo ritmo ..glaciale , freddo.hai dato l'immagine della noia ma anche del ciclo infinito. un saluto, ninetta.

il 11/03/2011 alle 18:34

uno stato di incantamento che mi ricorda qualcosa...anch'io spesso mi sono incantato a guardare l'orologio...è qualcosa di terribile l'inesorabilità del tempo, e tu l'hai reso benissimo..

il 11/03/2011 alle 23:29

Grazie ^____^

il 12/03/2011 alle 14:35

....e il pendolo inesorabile accompagna ogni attimo della nostra esistenza, sia essa serena oppure travagliata.....Gabriela..

il 05/11/2014 alle 11:10