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Pubblicata il 02/11/2010
Tuono...e poi fulmine.
Carezza febbrile
di note muschiate del papavero.
Affettuosa ironia
a solleticare bizzarramente
ogni spigolo di questo cubismo scomposto.
Minuscola rosa del deserto
pronta a dilatare i più remoti anfratti
pur di sentirsi bruciare il sangue.
Acqua caldissima ,addosso,
cruda ed amara, in bocca.
Ilare sadismo
per meglio trasalire, in fondo
in un universo che non c'è,
diluendo a perdere
il bagliore dipinto, di cinici notturni.

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originalissimo il tuo invito al commento ma, credimi, non ne hai proprio bisogno!
"Tuono...e poi fulmine", sembra una banalità ma è un incipit che la dice lunga sull'ironia che non sia ovvia, come non lo è in tutto il resto.
A rileggerti
un caro saluto
ninomario

il 02/11/2010 alle 08:21

Grazie mille!

il 02/11/2010 alle 10:19

Splendidi versi, molto apprezzati

il 17/03/2019 alle 10:28