Molto bella, e, terribile: "ruota dentata il tempo". Pensa, se potessimo vicendevolmente fermare per le strade tutti e chiedere: ma siamo veramente così soli?
Un caro saluto,
Giulia
disperata fotografia del tuo tempo, del nostro tempo, dentro c'è l'amarezza per l'inesorabile scorrere dei giorni, per tutto l'inespresso che abbiamo dentro, per le sparizioni di chi abbiamo amato..che dirti se non che mi ci ritrovo e che ti capisco benissimo? ti mando un abbraccio caro Sancho
si comincia a morire quando si nasce in realtà( perciò l'alba è nera) e la morte finisce ...con quello che chiamiamo morte.
Non ricordo quale popolo antico( i galli forse) festeggiavano la morte di una persona perchè la vedevano appunto come termine di un lento morire nel trascorrere del tempo e inizio della vita vera, quella oltre; piangevano invece quando nasceva un bambino perchè consideravano la nascita inizio della morte.
la tua bellissima poesia è raggelante e senza scampo qui nel mondo, impressionante quella ruota dentata del tempo, che ci scarnifica in vita. Dà l'idea del nostro vivere come di una decomposizione lenta e inesorabile. L'unico dato positivo lo trovo alla fine, in quella "luce negli occhi" che mi richiama alla mente i versi del Foscolo "gli occhi dell'uomo cercano morendo il sole" e che riscattano il pessimismo dilagante. E' veramente bellissima, l'ho letta già tre volte e ancora la leggerò.
un abbraccio
eos
Sicuramente saremmo molto meno soli perché quella sarebbe l'occasione per iniziare ad occuparci dei veri problemi legati alla nostra natura di uomini e per generare una nuova solidarietà tra noi. Grazie per il tuo commento.
Consapevolezza che non vuol dire sconforto o rinuncia, ma inizio dal quale ripartire... questa è la nostra condizione?! Bene! Alziamoci, costruiamo una nuova solidarietà e andiamo avanti. Grazie per il tuo sempre gradito e stimolante commento.
Ne sono convinto. All'autunno (dove sembra che tutto finisca per sempre) seguono le altre stagioni... è questo il senso. Grazie!
Ti ringrazio. Lo scopo massimo possibile di una poesia, o presunta tale nel caso mio, è quello di trasmettere... e se tu la commenti così mi offri il massimo della gratificazione.
Mi manda in un brodo di giuggiole la lettura positiva di quel poco che ho scritto. (Facendolo a modo mio, quindi male), anche il tuo commento mi toglie le parole di bocca... è quello che intendevo... acume dei poeti? Credo di si! Descrivono il peggio della vita perché hanno dentro già i semi del riscatto e quindi imparano a leggere otre le righe. Ciao e grazie!
Citazione interessante la tua iniziale. Nessun segreto è celabile tra i versi, o presunti tali ovviamente nel caso mio, per te. Mette a nudo quel sottolineare, come fai tu, la "luce negli occhi" che custodivo con un po' di gelosia e solo per me. Sì, credo che, nonostante la sua triste condizione, l'uomo sia fondamentalmente destinato alla felicità e alla speranza incrollabile. Lo si capisce grazie a quel guizzo di luce negli occhi che sprigioniamo, come dicono in molti ed io ho avuto occasione di sperimentarlo mio malgrado, anche in punto di morte. Cosa è, da dove ci viene questa inguaribile e indefinibile (chiamiamola) positività? (anche se dura un lampo) Non lo so! Forse solo la poesia può svelarlo. Grazie!
Avevo scritto qualcosa di simile in passato.
Ma la tua è molto profonda e scritta bene; è bellissima.
Mi piace molto quest'ultima parte:
"un solo guizzo, luce negli occhi, poi niente più
resta un autunno privo d’ogni foglia.".
Alessia
Ti ringrazio per il tuo lusinghiero giudizio. La parte che cogli è dove ho cercato, malamente, di esternare la parte positiva della nostra condizione di uomini, simile ad una luce che si accende anche nei momenti più oscuri. Un abbraccio!
Sarà una primavera diversa, priva di ogni inverno. Grazie per il commento.
Dentro il fardello dei pensieri chiudo me stesso,
versi che accarezzano l'anima trasformandola.
il pensiero è l'unico a partorire versi come i tuoi poeta.
buona serata da Marygiò
Versi dove si evince la solitudine dell'uomo
in ogni sguardo c'è l'assenza
nell'indifferenza della gente,
su e giù per queste strade trafficate,
nel grigio autunno metropolitano
che sfuma su palazzi indifferenti.
ognuno è per sé, solo nel caos
clessidra nell’effimero duello
distratto dalla fretta della folla.
Intanto la ruota del tempo ,
continua a segnare i sogni,
le assenze e in questa alba smorta,
rimane un guizzo che accende
gli occhi ,e poi
rirorna lo scenario solito,
di un autunno scialbo, incolore.
Ma sono certa che lo scenario cambierà...
se solo vogliamo noi!
Ciao Franco.
L'ho letta con interesse.
Dora