PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/10/2010
Sono un bambino,
non gioco piu' col trenino.
Mi hanno mandato
al fronte a sparare,
attento devo stare.
Piccolo son di statura,
grande ho il fucile
somiglio un uomo vile.
Nella foresta
stavo coi piedi a terra,
li' ho vinto la grande guerra.
L'infanzia mi hanno rubato,
con voi sono molto adirato.

Quiara: infanzia nella fantascienza

Nell'infanzia
non portavo il fucile,
ma dovevo duramente lavorare
e zitta,
sempre zitta dovevo stare.
Mi facevano scopare,
spolverare libri
posati su alti scaffali.
Ricordo sul pavimento
anche i tappetoni
pieni di polveroni.
Mai piangevo
io sempre sorridevo.
Ero una bimba assassina
uccidevo l'acaro
con spray una sola spruzzatina.
Al nuovo giorno
facevo l'inchino,
sventolando allegramente
il mio vistoso piumino.
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O QUIARA, ogni volta che Ti (ri)leggo mi chiedo quando comincerai a scrivere poesie per bambini e smetterai di scrivere a luci rosse e per adulti (il piumino non si usa più, dovresti saperlo....roba da Sorelle Materassi....oramai tutto è minimal...rasato...antistatico...animalistico...).
Ciao.
Nicky

il 07/10/2010 alle 12:40

Bella la contrapposizione tra i soldati bambini e l'infanzia vissuta nella spensieratezza, nonostante i compiti assegnati. Ancora un'altra poesia che inneggia alla vita e alla sobrietà. Un bacio, Fabio.

il 07/10/2010 alle 12:55

che tristezza i bambini strappati all'infanzia e trasformati in soldati, addestrati a uccidere senza pietà. Sembra veramente fantascienza la normale vita di una bambina che al massimo, tra un gioco e l'altro ammazza un acaro mentre svolge il suo compito di spolverare.
baci
eos

il 07/10/2010 alle 17:16

Un accostamento di due situazioni diverse ma che hanno uno sfondo comune. E' molto bella e poi ti vedo sventolare il vistoso piumino. E' carinissima! Ciao. Giorgio

il 24/10/2010 alle 18:32