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Pubblicata il 08/09/2010
Cammina un corpo accordato
ad un volto perfetto, appare studiato
per volgere al bello
anche ciò che è celato.
Narciso agognato, conteso,
da amori prescelti e delusi.

Cammina un uomo costretto
nell’aspetto sgraziato, sguardo infossato,
dissonante dissidio di forme,
che pone, sul cuore, un’ingiusta ipoteca.
A lungo ha lottato per dare a un suo amore
l’approdo di ciò che è ricambiato.

Cammina il rifiuto di strada coperto di stracci
sfibrati dal tempo sciupato
quasi pendagli di radici recise.
Cammina assorto nel borbottio della voce,
che impreca o prega e non si lascia ascoltare.

Cammina il ricco e affermato,
onorato per ciò che ha compiuto,
è mostra l’alloro, sontuosa livrea,
padrone del mondo, ma un servo nasconde.
Sparpaglia parole osannate, con dire ostentato
e tanto tiene, ad arte, celato.

Cammina il malato avvilito e deluso,
l’atleta possente ed illuso che tutto sarà sempre uguale,
il saggio e l’idiota, il vecchio e il bambino,
la folla e l’asceta, l’uomo di chiesa, il blasfemo,
chi cura se stesso, chi annega nel vino.

Appaiono tra loro diversi lungo il cammino,
chi è curvo, chi è ritto, chi corre,
chi giace, chi fruga, chi spreca.
Eppure qualcosa li unisce!
Quell’ultimo palpito, di qui dal confine,
poco prima dell’inedito passo a tutti concesso.

(Poniamoci ora la giusta domanda:
se inganno la vita vantandomi iddio
la morte cadrà nel raggiro?)
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splendide osservazioni, filosofia applicata, mi hai ricordato Totò e la sua livella...

il 08/09/2010 alle 09:23

"Se inganno la vita vantandomi la morte cadrà nel raggiro? " domanda retorica la tua, però c'è quell'iddio che non ho capito se è un refuso e voleva essre " di Dio" o non so che funzione ha. In ogni caso la morte, come diceva giustamente Totò nella Livella, è una cosa seria e non si lascia ingannare da finzioni che possono valere per i vivi.
Nel momento decisivo siamo tutti uguali, tutti ugualmente piccoli.
bella e piaciuta
un abbraccio
eos

il 08/09/2010 alle 10:38

Ti ringrazio per la tua lettura attenta. Ho usato un termine arcaico id'dio per non riferirmi, nella citazione, al Dio dei cattolici. Iddio ha anche il significato di una divinità pagana ed è comunque desueto (per questo meno diretto). Per il resto, come sottolinei tu, la morte fa giustizia delle ipocrisie... forse unica sua funzione positiva!? Abbraccio!

il 08/09/2010 alle 17:29

Ti ringrazio per la generosità dei tuoi commenti, per me ormai pietra miliare. Un dialogo (tra poesie e commenti) bello che s'infittisce.

il 08/09/2010 alle 17:32

oggi mio caro Sancho,la vita e la morte
sono due amiche che vanno a braccetto,
perciò volemose bene questo io ho detto,
al resto c'è sempre tempo di pensare
all'ultimo minuto che ci rimane.
sei un filosofo molto particolarebravo.
Marygiò

il 11/09/2010 alle 16:34