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Pubblicata il 10/07/2010
Di notte si levò un vento vitreo
destò tediosi rintocchi di campane
e il sangue raggrumò in un sussulto.
Vibrarono i cipressi sopra le siepi ordinate
lungo sentieri senza fine
pietrificati da una luna inclemente.

Chiarore bianco, ovunque, di morte
quasi a celare l’aspetto degli eventi
lungo un confine mai tracciato
dall’ideale che muore nel dolore
e cade dietro i marmi accatastati
che recano i nomi, del mondo
incenerito nel falò del tempo.

Tra chi dormiva o già s’era destato
e non vedeva o gli occhi si copriva,
m’interrogai nel sogno:
“Da dove gronda tutta questa morte?”

E il sole mi destò come fa sempre,
il mattino era già giunto
presero un volto allora tutte le ombre
nelle mille vite che ronzano, strisciano
o volano in alto a colmare il cielo
e mai le interroga un perché,
poi giunse il brusio degli uomini
e argentea squillò la voce di mia figlia
e di mio figlio, con timbro un po’ più basso.
Tornò così d’incanto a battere la vita
impavida dentro il disgusto, senza rifiuto.

Fragile vita, vera padrona d’ogni cosa
e ardi come un generoso fuoco greco
da te, solo da te, l’insulsa morte mendica il sangue.
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ancora una volta questo interrogarsi e chiedersi il senso, come un guscio di noce sballottato tra le onde, che trova comunque nella vita , in questa fragile vita, un senso ed un perchè...domande senza risposte, come sempre sarà, ma lo stesso interrogarsi è segno di grandezza interiore, come Amleto...bellissima Sancho

il 10/07/2010 alle 09:45

"Tornò così d’incanto a battere la vita
impavida dentro il disgusto, senza rifiuto."

un poema di denuncia estrema
racchiuso in uno scrigno ma
per moltissimi l'incubo notturno
si propala purtroppo nel diurno
sei un grande
affetto
ninomario

il 10/07/2010 alle 10:10

il cimitero, la notte, i rintocchi delle campane . le tombe, le ombre che si levano: sembra una poesia sepolcrale, ricordi l'ossianesimo e il gusto del macabro, del lugubre e quell'inquietudine tipicamente romantica? Tutto questo fino al ridestarsi al suono di due voci argentine, e da qui in poi c'è ancora l'inquietudine ma affiancata da una da un atteggiamento di virile accettazione della vita, della sua fragilità e della sua grandezza che trionfa sulla morte.
E' semplicemente bellissima, con grande armonia tra forma e contenuto.
un abbraccio
eos

il 10/07/2010 alle 11:54

Ritengo il tuo commento migliore della mia poesia. Grazie!

il 10/07/2010 alle 12:49

Entro in un'atmosfera crepuscolare,
intensa, come coloro ,che danno voce e corpo alla letteratura di Poe.. .
Di notte si levò un vento vitreo
destandomi tediosi rintocchi di campane
e il sangue raggrumò in un sussulto.

Vibrarono i cipressi sopra le siepi ordinate
lungo sentieri senza fine
pietrificati da una luna inclemente...
Sai Schancho che potresti scriverci un racconto giallo?
Ti saluto cordialmente.
Dora

il 11/07/2010 alle 09:44

ma come sei drastico in questo sogno lucubre,
la poesia è bella non c'è che dire,
ma ci sono tante parole in quelle mille vite
che vogliono gridare l'amore.
salutoni. Marygiò

il 12/07/2010 alle 11:26