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Pubblicata il 27/04/2010
Se vi dicessero “aspettate e vedrete!”
e per tempo e tempo invece nulla
(nemmeno l’acqua per lavare il sole
dopo il mezzodì di un giorno qualunque
di un agosto qualunque),
non continuate a correre dietro all’alito
nauseante degli annunci smentiti dopo l’annuncio.
Le strade hanno sempre una luce sorgiva
non cominciano a metà
non conoscono marciapiedi che salgono e scendono
e si pestano i piedi
né pozzanghere degli orinali d’argento dei signori
o di terracotta smaltata di bianco.
Se volete percorrerla la strada, andate
dove comincia la polvere spessa come la neve
compatta come l’aria che non si vede
e cominciate a disegnarla la strada,
a farla aprire come una bocca di balena
e vomitare tutte le cose da ordinare
quasi come in filari di grappoli arrugginiti dal sole
o da contare una dopo l’altra
come i grani d’una melagrana che si sgrana
per dissetarvi col suo sangue.
E dopo averle ordinate le cose e rese forti le parole
portatele con voi, ma ritornate a spargerle per la strada
perché non sembri assai facile da percorrere
né troppo difficile per quelli che verranno dopo.
E fatelo con mani d’uomo
perché sono le mani che portano il pane alla bocca
e carezzano il corpo e l’anima della terra che si ama

13 gennaio 2010 Orazio Nastasi
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La "strada" come simbolo della vita, con le cose buone da assaporare e quelle difficili da affrontare.
Stupende immagini evoca la tua bellissima poesia.
Complimenti,un saluto.T.

il 27/04/2010 alle 15:42

"sono le mani che portano il pane alla bocca":
e sono le mani che lo producono e non monete d'oro sottratte e sotterrate da gatte e volpi....concedimi questa dilatazione....
piacevolissima, stupenda lettura
grazie
cordialità
ninomario

il 27/04/2010 alle 17:02

dopo Colapesce un' altra bella sorpresa, mi piace il tuo stile racconto , un pò filosofico, sempre con riferimento al cammino dell'uomo in questa vita...ciao

il 28/04/2010 alle 15:44