Non un raggio di sole
degna questa cerea pelle.
Soltanto sabbia incenerita,
rigurgito dell'isteria bavosa
del sordido mare.
Non un giorno d'estate
viola questo gelo ancestrale.
Drago rosso di pietra l'anima,
sotto lo spettro labirintico
del destino infame.
Stessa livrea
sfoggia l'era stoica,
nel fumo del mio iperuranio
nessun grido giunge oltre,
dove l'impassibile pazienza
è l'unica certezza
che dimora in me.