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Pubblicata il 09/11/2009
Muri.

Ancora una volta come allora come sempre
per conquistarci al prossimo e alla giustizia
sei riuscito a passare tra due filari di folla
e prima che cadesse la notte e le bandiere
riprendessero colore senz’altro amore che
la rapina del pane povero e il potere
di nuovo recasti scandalo facendo schiodare
la croce dal muro dove ti avevamo accantonato.
E subito nuovi farisei
prendemmo straniati le tue difese.
Cristo assurdo, vestito d’offese e di solitudine.
Ma quando zittisce il rumore del giorno
e nella grande miniera del cielo
s’accendono una ad una le lanterne
della notte e il conforto degli amanti,
e la mente e il cuore confondono i pensieri
nel gran silenzio di terre e d’uomini
sale alle stelle il dubbio dell’umana presunzione
e si fa carne e sangue e vita
che la prepotente altezza dei muri separa
e non i legni della tua Croce.
Domani il sole sorgerà di nuovo
e il tramonto tingerà di vino il cielo
e sarà un altro muro contro la tua follia
o l’oscenità del tuo amore.

10 novembre 2003 Orazio Nastasi
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