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Pubblicata il 12/11/2008
Sferzata,
cado,
mi rialzo, affronto
me stesso.
Guardando il mio viso
ho scoperto
che anche delle biglie nere
possono diventare germogli
con un po’ di sole. Eppure la notte
nasconde le mie ferite,
non mi lascia guardare per intero.

Un passo indietro
schernito.
Eppure un passo indietro a volte
è la base di un importante cammino.
Un passo indietro
come la pioggia che alleggerisce
nubi che rischiano la caduta.

La vendetta è solo distrazione
da un problema che non si muove
se non con due voci all’unisono.
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Il passo indietro talvolta è una "felix culpa" a patto che siamo disposti a imparare dai nostri errori.
"Mi piacerebbe che tu chiarissi quali sono le "due voci all'unisono" di cui parli.
Agostino.

il 12/11/2008 alle 08:50

Versi che indagano, con immagini appropiate, l'inquietudine interiore. Ciao

il 12/11/2008 alle 11:29

E' proprio quella la funzione del passo indietro, tornare sui proprio passi x migliorarsi.
Le voci all'unisono sono quelle coinvolte nel problema e dunque quelle che dovrebbero trovare la sintonia necessaria x risolverlo.
Grazie del commento

il 12/11/2008 alle 12:58

Grazie, indagare dentro se stessi è necessario x placare l'inquietudine. Ciao

il 12/11/2008 alle 12:59

Il buon senso è quello scatto energico che permette all'individuo di prendere le dovute precauzioni per uscire fuori da un problema.
Se è necessario fare un passo all'indietro per capire meglio, non bisogna lasciarsi vincere da indugi.
Fai bene a volere accendere chiare luci tra la penombra del vissuto.
Un caro abbraccio
mati

il 13/11/2008 alle 00:16

Grazie mati, l'umiltà di un passo indietro secondo me è necessaria x migliorare dai proprio errori.
Un abbraccio anche a te

il 13/11/2008 alle 14:31