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Pubblicata il 06/10/2003
La morale putrida
si sgretola miseramente
fra parole ardenti
e scuote
scenari di tenebre,
perché talvolta la notte
non ha re né padroni,
e demoni infausti
evocati con maestosa cura
si ergono dal pensiero
poiché è lecito
varcare il labile,
e tu nei tuoi moti
sei l’acuto strale
di cui bramo dipingerne
le forme surreali
perché bellezza spergiura
la ragione del vinto amante
nel suo sciocco contemplare;
e ora sorridi,
siamo divenuti saggi
per morire d’amore
zelanti predicatori
di pallide ipocrisie,
e il vero
per gioco d’umanità
giace lacero
da fottuti istinti
che alienano
i vani tentativi
di amarci,
schiavi del mondo
che ci appartiene,
stretti all’irruenza
della folle divagazione
che ci pervade,
coi nostri sogni
è divenuta reale
il languire affannoso
ne deturpa il volto,
avido di lacrime
il ciglio letale.

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