Dimmi dove vai tormento tu chi sei perso nei meandri di tanti tanti anni la verità viene a galla scoppia in faccia alla folla cosa mi rimane del tuo dolce cuore l’innocenza la colpa un maledetto amore quante serate trascorse a scambiarci parole due stelle immerse nella stessa confusione quando mi hai baciato ero un muro inerme ascoltavo la tua voce per regalarti un fiore tra tante carezze ho percepito il niente volevo essere il tuo sogno mi hai cancellato in un giorno.
Alla porta della città comincia il nuovo mondo, un cordone ombelicale di strada polverosa ci lega a tutto il resto di questo rio pianeta; in mezzo alle carrozze e ai nitriti del cavalli, sei apparsa una mattina, angelo di bellezza: poi una nuvola ostile di polvere sollevata ti ha nascosta alla vista. quando si è dispersa io non ti ho vista più: invano sono corso ai canti delle mura, invano ti ho cercata fra le strade di pietra, e l'eco dei miei passi scherniva la mia l'angoscia tu eri ormai sparita, fantasma evaporato di un amore mancato, ed io non so nemmeno qual'era il tuo nome; grazia, ti chiamerò, un nome che racchiuda in sei lettere arcane quello che può succedere e non si avvera mai. ma, anche se rimane nel mondo nebuloso dei sogni irrealizzati, la sua essenza vive, e mai potrà morire.
Primavera aria di libertà sulla canna della bicicletta resiste e lotta una staffetta crolla il regime fascista rinasce l’Italia democratica riaffiora un ideale di giustizia
resistenza all'indifferenza resistenza alla violenza resistenza all’egoismo resistenza al nazifascismo da 79 anni l’Italia è libera democratica e repubblicana.
"Non voltarti indietro": è questo che mi dico sempre, ma come faccio a non voltarmi, se pezzi di me flottano sull'acqua? si chiamassero Amore, Solitudine, Capriccio, si sono prese parti di me stesso, e io mi volto, dissennatamente, smunto nell'anima vampirizzata, ma so che la barca non si ferma mai.
Si perdono, ora nel vento della sera, in quel silenzio che svetta al di sopra di ogni pensiero, le flessuose ore in quel flebile vento perdono vita, al buio della notte di disperdono quali fossero silenziose assenze.
si perdono, ora nell’anima, dalla mente affiorano in queste silenti note, quasi fossero suono di noi.
all’aurora, poi ogni cosa assume forma, in quel rumore del vento che sale su nel torpore del risveglio e nel sole assume vita, va il silenzioso dogma a ricreare quell’enfasi d’amore.
nel passare del giorno tu che non ami il vuoto infine ti plachi, rammentando così in te il silenzio del ricordo nel vero ritmo del passato.
il silenzio... è tutto ciò che dentro di noi come ruggente suono scuote or le membra dell’ignoto, alla vita non v’è rumore più delicato del lieve battito di un cuore innamorato...