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Pubblicata il 04/10/2008
Sul mare viola spettinato dal vento,
sfuggito dall'otre di Eolo,
dardeggiano polene di navi,
levigate come ciottoli
da spume di onde
antiche di guerre,
rosse del sangue degli eroi,
accecati da bagliori dorati
di capelli di donna.
Nel bosco di ulivi d'argento
rincorre Artemide un cervo ferito,
cinture di mirto e d'alloro
cingono fianchi di velo
di ninfe impazzite,
mentre Cupido scocca amore
dalla sua faretra.
Eos, dalle dita rosate,
dipinge un'alba primordiale.
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In prestito dalla mitologia per descrivere un paesaggio che è anche un modo d'essere, di vivere. Graditissima e molto bella. Una curiosità: citi Dei greci, perchè "usi" Cupido, Dio latino, e non Eros? Un saluto. L'orcoindagatore.

il 04/10/2008 alle 13:59

hai perfettamente ragione, m eros mi sapeva troppo di ramazzotti, e cupido si adattava meglio ,solo per ragioni fonetiche!
grazie
lilli

il 04/10/2008 alle 15:54