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Pubblicata il 22/09/2008
“L’Io Sfinito”

Sempre caro mi fu quest'ermo collo
e questa cervicale, che da tanta parte
de l’ultima spinale male include.
Ma soffrendo e mirando, interminato
strazio di là da quella, e sovrumane
urla, e profondissime diete
Io nel pensier mi stringo, ove per poco
il cor non si frattura. E come il peto
odo stormir tra queste viscere, io quello
infinito rumore a questa voce
vo paragonando: e mi sovvien ruttino.
E le molte ragioni, e la presente
E viva, e ‘l suon di lei. Così tra questa
peperonata s’annega il pensier mio.
E naufragar nel dolce, è questo mare
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sei profanatore!

e per questo mi piaci

grazie!

il 23/09/2008 alle 00:17

attento Roberto la peperonata è pesante,saluti

il 23/09/2008 alle 06:26

simpatica...
Luca

il 23/09/2008 alle 08:50

una diversificazione di questa INFINITA
poesia...

il 23/09/2008 alle 10:35

se la mangi di sera la digerisci meglio
ci metti sopra un bel rosso e poi una passeggiata di sei\sette km..
finquando l'ultimo peperone non sarà sceso

il 23/09/2008 alle 10:37

son contento che ti sia divertitas..Ala

il 23/09/2008 alle 10:37

grazie.

il 23/09/2008 alle 10:37

Per la serie: "Coi versi dei grandi autori mi ci dipingo non solo un baffo, ma anche l'altro".
Ne vedremo delle belle, le premesse ci sono davvero tutte :-)
Salutone
mati

il 23/09/2008 alle 23:30