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Pubblicata il 11/09/2008
Solo, in un groviglio di moquette e lamiera intaglio rivoli di cielo.
Sembra un organo quello che vibra sotto le mie mani sudate.
Non ho sonno e vago, incoerentemente vivo in cerca d’un novello barlume.
Chino le mie labbra terse e sorrido in un frizzante ricordo evocato.
Nuova è la notte, sin troppo giovane per chi mestamente si declina.
E vago, esule prigionia impostami da un ego ancor troppo forte da sostenere.
Contemplo però, imploro.
Sublimazione!
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Pervenire alla sublimazione serve a ritrovare nuova energia e a dare senso più alto a ciò che era oggetto del contemplare.
Ciao, mati.

il 11/09/2008 alle 23:24

sublimare è fatalemte come regredire verso il futuro...
GRazie per i tuoi commenti sei sempre molto "accurata" e precisa!

il 11/09/2008 alle 23:53