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Pubblicata il 02/09/2008
La cera cola sulla mia pelle
mentre con la candela in mano
scruto il buio di quelle scale di quercia.

C'è il pianto di un bimbo
rinchiuso nelle volute del legno
come vibrazione nell'aria, lamento antico.

La luce fende l'oscurità
posso sentire le mille mani nere
protratte verso le mie braccia nude.

C'è quel pianto di bimbo
che mi spinge ad avanzare
eterna curiosità dell'uomo che va incontro alla sua fine.

I passi risuonano ovattati nel silenzio
come se non esistesse suono
oltre al pianto e al mio respiro.

La nera porta della soffitta si apre cigolando
pare che pianga pure lei
pare che dica: no non continuare.

Passo dopo passo avanzo
tra le mille scintille di polvere
tra le rovine di una vita trascorsa.

Scatole e bauli impregnati di umidità
ragnatele hanno segnato il silenzio
il quieto passare degli anni polvere su polvere.

Ciò che era è scomparso
rimangono solo i ricordi
come pallide bolle di sapone.

Tutto tace nel buio
ma c'è ancora una vibrazione
come il ricordo di un pianto antico.

Un raggio di luna colpisce la stanza
ad un tratto i fili di luce e seta si intersecano
come una trappola davanti ai miei occhi.

Pericolo urla la mia pelle
ma la curiosità regna suprema
nei cuori della gente, nelle tompe premature.

Le librerie e i bauli...
mi pare di avanzare in un labirinto
senza siepi o muri: un labirinto di pensieri.

Nascosto tra le carte antiche
si cela un libriccino nero
la carta ingiallita scricchiola piano.

Pare caldo tra le mani
ma è freddo nel cuore
che pare sussurrare: quanto dolore!

Seduta su una sedia zoppa
alla luce del fioco lume
sfoglio le pagine piano.

Non sono scritte questi fogli,
solo poche righe argentee
vergate suulla prima pagina ora pesante.

Parole come una trappola
che attende pronta a scattare
indelebile al passare degli anni.

Nacqui con un sorriso
morii nel silenzio
ma è il mio spirito che ora piange.

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Sei riuscita a ridestare i piccoli bisbigli del ricordo, hai premuto sulle corde del cuore per recuperare le deboli vibrazioni del tempo, ma quel pianto di bimbo, nella sua nota di antica malinconia, si fa la nenia più assordante.
Ciao, mati.

il 02/09/2008 alle 23:57

grazie. Mi è piaciuto il tuo commento.

il 03/09/2008 alle 11:25

Una lirica della rimembranza possibile.
Infdagare sul perchè della nostra nascita è la domanda archetipo della esistenza di ogni spirito grande.
N.

il 03/09/2008 alle 13:06

la nostra è una ricerca continua. Impossibile dire dove finirà il sentiero o se finirà.

il 03/09/2008 alle 13:48