Udir non so,
la voce di colui
che l'amor prestese;
ma mai rese.
In dolci ballate
condusse il mio cuore,
lasciandomi assopita
nel dolore.
La sua voce
componeva sonetti;
che attiravan le giovinette
tra lensuola e camerette.
Melodiosi componimenti
per ingannare
le giovini pretendenti.
I loro occhi
colmi di candore;
dopo poco
urlavan dolore.
Non serviva
pretender amore;
da colui che
tronfo d'orgoglio
s'aggirava con onore
tra la gente
come fosse un sergente.
Venne il giorno
del non ritorno,
le risate eran terminate,
e le donne ferite
eran tutte divertite.
Il silenzio lo rapì
e nessuno lo capì;
solitaria fu la morte
per colui ch'era forte
a rapir la purezza
delle donne con durezza.
Il Signore esaudì
le preghiere c' ogni di
le donzelle inginocchiate
imploravano addolorate.
Questo sonetto
termina qui;
questa è la storia
di chi visse pochi dì.