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Pubblicata il 23/08/2008
I cieli della mia infanzia

ciottolosa e acciottolata
camminano per strade
d'asfalto, oggi
lungo il dicembre.
Siepi di primavere
legano e sbarrano
il letargo alle fronde
trillano, zirlano e
cinguettano come
mosche sonore
sul sonno
pelle d'inverno che
sbadiglia senza tregua
e non può stringersi a Morfeo
Un merlo in picchiata
sullo sparo di una doppietta si fa sentire
con gli occhi, prima che all'orecchio.
La polvere del tempo
si alzava polvere
per le strade allora.
I cieli di questa
Improbabile età
nostra
sono nuvole
di polvere e nebbia rosa
colore di un tramonto accidentale
tra filari di pentagrammi
ulivi e note
di cortecce nodose
e promesse
immagini di oli
extravergini
spremuti alla mola
tempo diverso
dalla stesura dei miei ricordi!
Gli occhi si perdono
e fiati di parole
tamponano il microfono
del cellulare
che vellica l’orecchio
del mio amore
più antico dell’udito
che mi riceve…
verso un orizzonte
che non so.


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