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Pubblicata il 01/08/2008
Mio nonno : che tempi ,i miei tempi.
Rispetto, gentilezza, garbo.

Si passava davanti ai portoni chiusi
e ci si toglieva il cappello.

Si lasciavano le porte di casa aperte
nessuno , mai nessuno ,si sarebbe
permesso ad entrare.

Si,si lavorava duro ,nei campi
ma si era felici , un pezzo di pane
una fetta di tuma e qualche volta
un bicchiere di vino.

Che tempi figliuolo!!!

Mia nonna : che tempi ,i nostri tempi.
fame , paura e guerra

noi passavamo davanti ai portoni
e ci prostavamo in segno di rispetto,
ma loro, i padroni ,ci trattavano
come bestie.

Le porte di casa delle volte neanche c’erano
e se c’erano non c’era nulla in casa.

S’era talmente felici di lavorare nei campi
che il tuo nonno non l’ha permesso ai suoi
figli, tuo padre compreso.

I più fortunati mangiavano pane e tuma
molti soltanto pane ed acqua.

Che tempi figliuolo.!!!
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Eh... si! che tempi figliolo/a !!! ma quelli dei nonni erano ben più duri... io sono regredito nel tempo di due generazioni e tu di almeno sei...
Bella rievocazione !
Ciao,
McMaan

il 02/08/2008 alle 00:32

Ma c'era anche la solidarietà,l'amicizia, il compartire il pezzo di pane e l'acino d'uva dall'unico grappolo rubato.Noi bambini eravamo figli di tutti e nelle povere case distrutte venivamo accolti con affetto e amati così com'eravamo.C'era sempre qualche nonno o zia pronti a raccontarci favole e a cucire per noi bambole di pezza.E' vero giocavamo alla guerra scalzi nei prati verdi ma quel gioco crudele ce l'avevano insegnato loro,gli adulti.Nonostante tutto, i rifugi che ci accoglievano tutte le notti, il pane secco,quando c'era, i discorsi gionalieri di morte io qualche volta ricordo con nostalgia i miei nonni, la solidarietà, l'amicizia che ci legava agli altri bambini perchè non avevamo niente,solo quella.La tua poesia mi ha commossa.

il 02/08/2008 alle 08:02

la verità,BOHH ,forse sta nel mezzo,grazie e saluti

il 02/08/2008 alle 14:19

ma da quello che ho capito tu avrai qualche annetto di più, a me mancano mesi per cinquanta,grazie e cari saluti

il 02/08/2008 alle 14:20

verissimo

Attornu o focu.

"Attorno o focu quattru vecchiareddi
s’arricurdavun di loru tempi beddi

parrandu cu nu fari concitatu
ognunu ricurdava u so’ passatu

e’ bberu sii, riciva mastru pinu
ccu ddintra i mani nnu biccheri i vinu

e’ bberu sii nc’era la fami la miseria
ma assa ndiversa a ggenti assai chiu’ seria

ma quali drroga quali delinquenza
la genti lavorava ccu coscienza

a porta rra to casa era aperta
e nuddu tuccava nenti e’ cosa certa

nncera u rispettu nc’era la giustizia
ppi quattro ssordi non llurdavi n’amicizia

rri botta e di rrimandu mastru peppi
e’ nberu non avivi un paru i scarpi

nuu mostru i carni sulu s’era festa
ma riddi non d’avivi ppi la testa

e mastr’antoniu ccu sigarru nte mani
parramu r’oggi e cu sapi rumani

i cosi vannu sempri a peggiurari
e sta storia non poti certu finiri

i sordi fannu ula a tutti quanti
e i cchiu’ forti ssu’ chi vannu avanti

na vita umana non bali chiu’ di tantu
un corpu ncanna e drittu o campusantu

mastru Nicola cun tonu un po’ smurzatu
non avi renti e parra un po’ frischiatu

sugnu u chiu’ vecchiu non hai chi mmi vi ricu
tantu rinaru non bali un veru amicu



Attorno al fuoco


Attorno a un fuoco quattro vecchiarelli

si rammentavano dei loro tempi belli

parlando in un modo concitato

ognuno ricordava il suo passato.


E ‘ vero si diceva mastro Pino

teneva in mano un bicchier di vino

e’ vero c’era la fame la miseria

ma che diversa la gente assai piu’ seria

ma quale droga quale delinquenza

la gente lavorava con coscienza

la porta di casa sempre aperta

nessun toccava niente e’ cosa certa

c’era il rispetto c’era la giustizia

per quattro soldi non sporcavi l’amicizia.



Di botta e di rimando mastro Peppe

e’ vero non avevi un paio di scarpe

un po’ di carne solo s’era festa

ma grilli non ne avevi per la testa.


E mastr’Antonio col sigaro nelle mani

parliamo d’oggi e chissa’ poi domani

le cose vanno sempre a peggiorare

ed e’ una storia che non potra’ finire

il denaro fa gola a tutti quanti

cosi’ i piu’ forti soltanto andranno avanti

una vita umana non vale piu’ di tanto

un colpo in canna e dritto al camposanto.


Mastro Nicola col tono un po’ smorzato

non ha piu denti e parla un po’ fischiato

sono il piu’ vecchio e so’ quello che dico

tanto denaro non vale un buon amico.


grazie e cari saluti
"


il 02/08/2008 alle 14:22

che tempi! Andavo in montagna con mia nonna ogni estate, valle d'aosta, ma non c'era la chiave!!..si entrava ed usciva per i 3 mesi. Si chiudeva ad ottobre l'ultimo giorno quando si partiva.
Londra , il mio professore mi mostrava la patent, non c'era la fotografia.
Che tempi ! Ora vogliono le impronte digitali..presto un microcip..dentro la pelle, come purtoppo hanno costretto il mio cane.
Dei tempi che descivi mi hanno raccontato ed io mi sento affascinata..mi racconta mio nonno, che era un figone, alto bruno occhi azzurri,,bellissimo, ..dice..noi ragazzi per fare vita , abitavano in un piccolo centro prossimo ad una città,
il sabato pomeriggio, inforcavamo le bici ( privilegiati) ed arrivavamo in città..dove bevevamo alle' fontane' chiamate touret verdi....certo lui ora ha 87 anni..
piaciuta la tua.

il 02/08/2008 alle 14:28

vedi ,ognuno ha un ricordo ,bello o brutto, io credo che
fossero tempi meravigliosi anche se con tutte le problematiche d'allora,grazie e cari saluti, pensa mio nonno è morto nel 69 a 84 anni.

il 02/08/2008 alle 14:37

Era proprio così!!! I VALORI,i veri valori della vita.
Grazie per aver portato a galla i ricordi belli dell'infanzia,quelli brutti cerchiamo di dimenticarli.
Un saluto.

il 02/08/2008 alle 15:12

Tre generazioni... ? a me s'é aggiunto il 68° ieri...
Un saluto,
McMaan

il 02/08/2008 alle 16:24

grazie a te saluti

il 02/08/2008 alle 16:42

I più SINCERI AUGURI ALLORA,CIAO

il 02/08/2008 alle 16:43

Grazie !

il 02/08/2008 alle 18:22

grazie Ale,salutoni

il 03/08/2008 alle 16:03

Nell'epoca da te descritta, la vita era semplice e le cose da conquistare erano poche. Non credo che il cambiamento di mentalità sia da imputarsi unicamente al benessere raggiunto, quanto piuttosto a un disegno diabolico, trasversale e distruttivo messo in atto da una oligarchia. Viviamo costantemente nella paura ed in funzione del Sistema economico. I diritti, la famiglia, il lavoro, sono stati snaturati e disgregati. E' stata intromessa la "perenne precarietà di vita" che danneggia le masse e offre vantaggi a pochi. Saluti, Manu

il 03/08/2008 alle 16:30

probabilmente caro amico hai ragione,un buon commento,grazie e saluti

il 03/08/2008 alle 19:06