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Pubblicata il 06/08/2002
Griderei mondo fermati ora, sprofonda nel buio abisso del mio animo ormai spento, nulla è più.

Qui dinnanzi a me il suo amato volto, altero ma semplice nell'esser viva, niente altro chiedo, se non un suo respiro, cielo dammi per un istante ancora le sue labbra tiepide e non il freddo marmo della morte.

Rabbia nel non sentirla, ora che tanto anelerei un suo battito, Signore se esisti fa che non sia vero, dammi una altra possibilità, non vi è dolore più grande, non esiste altra punizione per me, ti prego qualsiasi cosa ma non questo, oddio fa che muoia ora ti prego.

Le mie lacrime, nulla sono se non la brina delle sue mattine,
le mie grida non potranno mai colmare gli abissi delle sue notti,
ed io accecato da un desiderio folle, l’essere padrone di un corpo, ma povero e ignaro mendicante ,dinnanzi alla sua anima.

Tra le nebbie di questo momento, allungo la mano per carezzarti il volto
mia cara Eleonora
ma il baratro del nulla accoglie la mia fievole e falsa speranza che tu sia li,
solo una tela mi è dinnanzi, i tuoi lineamenti gentili, il tuo grazioso sorriso si prende ancor gioco del mio dolore,
maledico il giorno in cui sfiorai il tuo esistere,
maledico ciò che ne ho fatto, dell'opportunità d'averti.
Maledico me,
che i lupi sbranino le mie membra ora, nulla resti a testimoniare il mio passaggio su questa triste terra.

Ti prego non flagellarmi ancora, sento il tocco leggero delle tue mani sfiorarmi le spalle, la calda passione che solo tu sapevi accendere.
Andate via pensieri maligni,
quante volte ancora deve morire un amante, quante volte ancora arcigni avvoltoi massacrerete il mio corpo.

Di fiori eran inondate le tue stanze,
amore
avessi saputo che rondine eri,
non avrei serrato i cancelli del tuo mondo,
perdona questo essere stolto, altro non desio che sonno eterno, nei pressi del tuo volto, ormai spento.

Un giorno decidesti di volare via,
la primavera soffiava leggera, dovesti desiderare di vivere
allora.

La notte scese complice dei tuoi pensieri,
le stelle nascosero i loro occhi, quel dì anche la luna era vestita di nuvole per non vedere un volo, che nessun vento avrebbe sostenuto.

Fingesti per l'ultima volta d'esser mia,
mai staccasti i tuoi occhi dai miei,
avrei dovuto capire il tuo saluto altro non era che un addio.

Salisti le scale della torre e da lì spiccasti il tuo ultimo volo, il vento gonfiò la tua candida e bianca camicia da notte, io ero lì spettatore disperato, di un amara realtà.

Come un fiore reciso, la fredda pietra ti accolse, i tuoi occhi nel mentre cadevi, chiedevano perdono a me, che ero stato il tuo carnefice,
le mie urla sprofondarono negli abissi della terra,
terra che ora dava giaciglio al tuo ultimo gemito.

Le nostre mani strette per l'ultima volta,
uno spasimo di dolore e tu non eri più.

Morire per me troppo poco,
reo di aver reciso un fiore,
reo di averne respirato i suoi più intensi aromi, mentre esalava il suo ultimo alito.

Ora di fronte al tuo ritratto, con gli occhi gonfi di lacrime, cerco nella mente i tuoi sorrisi, attenderò la morte in silenziosa attesa, la ringrazierò quando sarà sopraggiunta, fa che presto arrivi il sollievo, fa che gli attimi eterni dell'attesa siano lampi, aspettami amore, tra poco sarò da te.

A tutti le mie parole restino come segno e monito, perseguiterò chiunque osi dire,
Ella non ha saputo vivere!
Sappiate che amava la vita più di ogni altra cosa e perciò scelse la morte.
Per me lei era vita,
La mia vita.

Un ritratto,
due amanti abbracciati
l'ultimo atto di una vita non vissuta.

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E' un bellissimo ritratto descritto da una lirica pregna di dolore. L'ho letta d'un fiato solo....più d'una volta.Mi ha colpito l'enorme amore...che sprigionano le tue parole. Altro non saprei dirti se non che è veramente ben scritta nulla sua totale drammaticità...
Si mi ha colpito in pieno...
Un sorriso!
;-)
M'

il 06/08/2002 alle 17:37

Grazie le tue parole mi hanno commossa nel profondo dell'anima, conserverò questa emozione.
Talvolta basta semplicemente una parola ad infondere il vero coraggio.

Arianascente

il 07/08/2002 alle 00:51