PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/06/2008
Ma tu...l’hai vista la piega degli occhi
di quei bambini che cercano pace -e forse mai l’avranno-
ma sperano, sorridono, vivono, crescono e muoiono
sempre con la stessa espressione sul viso...
Tu che ti dici buono....

Tu...che governi il cuore del mio ventre
-stanotte-
non provi vergogna in quell’esistere vigliacco
come veleno che infetta capillari di vento
rotolando fino alla mente di quel che resta di me....
o di chissà chi altri....
Tu.
Ma cosa ne sai tu.
Di me che muovo i miei passi e penso alle tue parole
la mattina mentre spero ancora nel giorno migliore.
Delle lacrime che ormai scendono sulle mie guance
e non me ne accorgo perché non posso permettermele..
Tu!
Dov’eri ieri quando stavo male e pativo di jazz e inutili pizzi
sulle mutandine intatte comprate per te...

Non ti ho mai odiato tanto.
Non sono mai stata capace.
Non ho mai smesso di amarti
e se di questo amore ancora vivo
ti odio e ti amo ancora di più,
ma tu non lo saprai.


Il poco che mi hai dato era fatto di luce
.....falsa....
per quella luce non ho mangiato, dormito, vissuto,
amato ancora.
Per quella luce non ho assaporato il cielo, le onde,
le mie coperte, il viso di un bimbo, la carezza di un cane...

Hai condannato la mia vita,
hai usato chiavi rubate alla carne per spaccarmi il dentro,
hai preso tutto, riversato, oltraggiato dicendolo amore...

Ma cosa sai dell’amore tu...?
Il volo, la voce, la mano stretta, gli occhi nel sogno...
conosci questi fotogrammi?

E’ notturna la mia illuminazione
ma non è fatta di falso chiarore
non è pugno chiuso inflitto nel sangue delle attese
e dei tuoi maledetti silenzi
di cui ti fai forte perché non sai essere uomo...

Non so quanti anni hai
non so dove stai andando
né dove ti porta la tua autostrada...

Quando arriverai io sarò seduta sulla mia nuvola
ma non ti aspetterò perché devo vedere la primavera,
il grano, il papavero che macchia la gonna, il mondo che grida,
il mare increspato la sera e poi....
tutta la mia poesia,
il mio canto, il mio dolore sì, anche quello, ma amico,
mio, solo mio.

Quando verrai....
sarai tu, solo tu,
a non avere parole.
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Giusto! sarà solo lui a non avere parole, perchè se ti ha fatto male non potrà dir niente, se sa di essere nel torto
Artemide

il 17/06/2008 alle 19:49

In questa poesia si respira una disperazione intensa: la crisi amorosa è dolorosissima.
Termini con versi di speranza... forse è la bugia di una donna la cui volontà anela un distacco dalla passione infelice, ma il cuore va per conto suo: è indipendente. Mi è piaciuta molto. Ciao. Marina

il 18/06/2008 alle 09:01