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Pubblicata il 31/05/2008
l’uomo matto vive ai margini della pagina
vive una vita a righe alternate
nel suo regno di granchi
tra i peli dei gatti
e le luci basse.

l’uomo matto ha perso il controllo
sprofonda negli algoritmi
ti buca lo sguardo
davvero o per sbaglio
scorreggia
opinioni
e perle di verità.

l’uomo matto vi prepara la cena
con le candele
il cous cous
la pioggia
un gazebo
l’età
l’aldilà
altolà chi va là

l’uomo matto scava i discorsi
e nitrisce come un cavallo
ti sistema il cuscino
e ti strangola
dopo
come per finta
come se il tempo fosse
una clessidra di vino
rovesciata sul tappeto
dell’eternità

l’uomo matto controlla il destino
della sua argenteria
come per scherzo
insulta
imita
i paradigmi bloccati
della sua integrità

l’uomo matto vi studia
vi predice il sistema
cariato
tra zodiaco, bugie,
erezioni, ricordi
ed esperienza bruciata

l’uomo matto canta sul serio
vibrando le labbra bucate
soffia un sospiro immenso
riempendo i buchi
di nostalgia
follia
catechismo
isteria
orgoglio sfibrato
battaglie
messe a brucare

l’uomo matto avvelena
le acque
rendendosi odioso e
infallibile
con le sue prediche
oniriche
spinte
tra le alghe blasfeme
e ridicole
della normalità.

l’uomo matto incendia la stanza
piegando i secoli
nella sua danza
senza passi
scomparsa
ti osserva
applaudire il ritardo
sui riflessi sfocati
e ride di cuore
ritagliando
e dettando
i dettagli stuprati

l’uomo matto ti morde la testa
piange
e mette a letto le anatre
ti riempe di panna la mano
per dimostrarti la sua ferocia
montata

l’uomo matto dipinge una gabbia
si siede e imita
un gatto con la bocca piena di piume

l’uomo matto sputa nel fiume
ti saluta nella burrasca
sfida il tragitto che gli rimane

l’uomo matto non vince e non perde
insegna a volare per non cadere
incendia gli occhi
trafigge le sere
si crocefigge e si libera
senza morale

l’uomo matto studia i contrari
e i sinonimi
della felicità.

l’uomo matto cerca l’acqua nel mare
segue la pista
incrollando fatica e opinioni

l’uomo matto non ha passato
ma te lo racconta
per mostrarsi di meno

l'uomo matto sa parlare
ma sa parlare
solo di lui

l’uomo matto urla un addio
spegne il sole nella sua mano
sparecchia il circo
e urla
nel fango,
la pioggia cade dall’alto in basso
e mentre il cielo urla scommesse
scompare piano
tra il tabacco da fiuto
il suo regno di mosche
il suo reich millenario ignorato
pignorato
respinto

dalla banalità
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e a me rimane il dubbio
che un uomo matto sia una scusa
un'allegoria
oppure
che sia solo libero.

i complimenti li sai tutti, credo
rst

il 01/06/2008 alle 00:34

ogni commento sarebbe un niente di fronte a immagini come queste...seguito a volare, a urlare, a cercare insieme a quest'uomo matto.

il 01/06/2008 alle 00:37

Matto, libero, normale.... alla ricerca di qualcosa. Mi ha inchiodato fino all'ultimo verso. Grazie e complimenti. Sylva

il 01/06/2008 alle 07:43

L'uomo matto l'ho amato...
Ma alla fine, credimi, chi ha urlato l'addio, spento il sole e sparecchiato il circo sono stata io...
Adesso non urla nel fango, biascica solo parole confuse...
L'uomo matto è solo.
L'uomo matto non è libero.
L'uomo matto è prigioniero di un "io" che crede "dio"...
Bellissima. Complimenti.
:-) Pau

il 01/06/2008 alle 09:24

Uno splendido poema.
Ut semper...

il 01/06/2008 alle 17:47

Il matto è colui che vive un fremito che al cosiddetto normale giunge perfino impossibile da pensare.
Leggerti è una profonda emozione, ogni tuo pensiero è una tappa importante, da raggiungere col cuore.
Grazie, mati.

il 01/06/2008 alle 23:31