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Pubblicata il 23/05/2008
Accade
l’imposizione del vacuo
nel fortilizio d’aria.

Non più fuga felice
come quando tra ‘l lentisco
per diletto m’occultavo
-il mare all’occaso di vampa
nell’ora fatata della sera
mantello sul canto di mondo
che m’invischiava-
ed ero un insetto stecchito
incluso nell’ambra del divenire.

Ora la fuga è un piano diagonale
di specchio, cinèsi d’immagini
al rallentatore, diapositive nel buio:
rovaio d’incompiutezza muove
gli xeròfili vegetali della psiche.

Nichelatura integrale del torace!
Condanna all’elettrocuzione
per ogni prodigio germinale.

Nel bunker salino
tra ombre e fosfeni
regna il cronòfago doppio di me.
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in bilico tra accettazione e riscatto
immensamente kafkiana
in metamofosi botaniche di rara bellezza evocativa
la chiusa magnifica
rst

il 23/05/2008 alle 23:24

Curioso il tuo riferimento a Kafka...
Ieri, dopo averla scritta, ho preso dalla libreria un libro a caso... ed era di Kafka!
Grazie della visita, ciao!!!

il 24/05/2008 alle 14:24