PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/05/2008
Ripiego nel vento,
nel cuore degli incerti destini
che operano su di noi

e pronuncio epopee mai del tutto
servite,
chino su di una latitanza dei sensi

Siedo in un trono benché non sia un
despota, né un Dio
ma un disegno mistificato, una curva
recante tratteggi più dritti

Dinanzi a me un nugolo esteso
di sospesi reticoli, e chissà
quale delle tante pregiate attese
la mia mano offrirà al beneficio
dei giorni

Frattanto di un’antica promessa
non rimane che la
la copia sfatta di altalenanti scritti
e un bagliore che scivola
lento, deturpato
da una pioggia abbacinante
che si spezza nel viavai
di un clandestino vento
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prima cosa ,un bentornato a te poeta ,reduce dal viaggio ,dove conduce ora il tuo itinerario ,sembra ancora striato di nubi il cielo ,ma continuo a confermarti anche se ero sotto coperta il mio abbraccio,e la considerazione che l'uomo è il poeta e viceversa con tutti i suoi dubbi ,i suoi limiti ,vittorie o sconfitte ,unico e sempre grande per se prima di tutto ma anche per chi ti stima ,e non mi sembra poco ,ciao fra ,cate

il 14/05/2008 alle 17:04

Anche se ultimamente frequento poco questo sito avevo notato la tua assenza. Sono contenta, caro Feancesco, di rileggerti e come sempre mi commuovi con i tuoi versi assai profondi e velati di malinconia.
Un caro saluto
Antonia

il 15/05/2008 alle 08:55

C'è l’attesa di un evento di cui non si riesce a definire i contorni, c'è l’affidarsi al vento in un momento di particolare tensione, c'è la voce dell’uomo che s'incrina un po', mentre la voce del poeta è sempre forte, ricca di mille sfumature.
Un caro abbraccio, mati.

il 16/05/2008 alle 00:05