Respiro i muri bagnati nell'aria
del primo raggio di sole d'estate
che squarcia un velo di pioggia rovente
e odori senza nome; e sono solo
su queste pietre lucide e la storia
dell'uomo, di angoli d'uomo, che scivola,
vita e silenzio, tra vene di tempo
sporche ai miei piedi, sangue grigio; e vado
e torno, attimo della mia epoca,
di tutte, goccia di un oceano; ed altro
non è la libertà che andare, perdersi
nel labirinto delle mie prigioni,
quasi che uscirne sia come morire
e il cielo immenso sia spicchi di cielo
se levo ai tetti gli occhi bassi, o a un'ombra.