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Pubblicata il 09/04/2008
Chiuso ho gli occhi al giorno
E nel silenzio notturno
Sulle ali del fresco vento
I sogni han preso il sopravvento
Rilassando così la mia mente
E portandola verso nuove mete
Dove il sole con i suoi dorati raggi
Alla vita non aggiunge miraggi
Ma fa si che tutto sia limpido
E ci sia vita per ogni nido
E la luna nella serena notte
Illumini all’animo tutte le rotte
Per viaggiare più sicuri
A chiunque si avventuri
Su per i sentieri oscuri
Il cuor mio è esploso
In quell’eden silenzioso
Nel veder venire al mio fianco
Un angelo tutto vestito di bianco
Che tendendomi la sua mano
Sorridendo mi portò da lì lontano
Tra tortuosi sentieri e verdi valli
Con soste di brevi intervalli
Per farmi riprender un po’ il fiato
E non giunger così alla vetta sfiancato
Con sapienza da biblista
A cenni indirizzava la mia spaesata vista
Verso luoghi di incontaminata verginità
Dicendomi: “questa è la culla dell’umanità”
E così sotto un limpido cielo
Arrivammo all’ombra di un grosso melo
Ed additandomi alla mia altezza uno vuoto stelo
Mi raccontò coreograficamente di quell’ originale peccato
Che all’immortalità ormai non era più legato
Poi del serpente che tentatore essendo stato
Per sempre a strisciar nella polvere fu obbligato
E della cacciata dei primi due peccatori umani
A prendersi loro cura a viver per il domani
Mentre riprendevamo a salir il verde colle
Molte eran le farfalle che si posavan sulle corolle
E tanti gli animali che pascolavan incuranti
Quasi a dir che i nostri passi eran rassicuranti
Avendo poi i piedi stanchi per il lungo cammino
L’angelo mi indirizzò ad un ruscello vicino
Dove immergendo i miei piedi sudati ed affaticati
A contatto con la fresca acqua ne uscirono risanati
Camminando senza più un‘ombra di stanchezza
Arrivammo così finalmente sull’ultima altezza
Da dove nel vallone sottostante vidi un immenso lago
Con tante fiammelle a galleggiare al largo
Allor mi spiegò che l’acqua era fonte di purificazione
Per quelle fiammelle prima dell’eterna glorificazione
Alzando gli occhi poi al cielo tra l’azzurro
Vidi un forte abbaglio ed udii alle mie spalle un sussurro
Era l’angelo ormai amico che mi diceva con grande lealtà
Che quella era luce del Dio di tutta l’umanità
A cui tutti un dì avremmo dovuto render conto
Quando a noi la vita sarà giunta al tramonto
E giustizia sarà allor fatta tra buono e cattivo
Senza nessun modo d’appellativo
Perché nella vita ognuno ha avuto
Tutta la libertà è l’ha gestita di suo voluto
La nuova celeste Gerusalemme sarà allora il nuovo eden
Di color che gioia pace amore e fedeltà avran serbato in core. Amen

Nilodan Gi. Pi.
13/02/2008
(dalla raccolta”Pensieri & Ricordi”)
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grazie per avermi concesso di fare insieme a te questo viaggio bellissimo ,forse l'eden iniziale abbiamo perduto ,ma nel cuore c'è un eden d'amore che fa cogliere anche i più piccoli frammenti rimasti ,bravo ariele

il 09/04/2008 alle 14:41

Ariele. ti ringrazio di cuore x il tuo commento...qualche volta tralascio la mia solita strada x arrampicarmi verso nuovi orizzonti...divini. GRAZIE di cuore Nilo.

il 09/04/2008 alle 16:48