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Pubblicata il 19/03/2008
L’immensità abbiamo offerto
al tempo che ci è rimasto;
un desiderio di venti soli
la mancanza di realtà,
che c’ha unito in pose estreme;
vera l’emozione che conservo
nel tuo odore,
ribelle il palpito del cuore che
in qualche goccia si rivela
ancora, assottigliando il nostro sonno,
veglia di inestricabile madore.
Non conta ciò che sono ora,
non conta quel che di te so ancora

Noi congiunti
per sconosciute vie,
in un fuoco di parole
che danza già in eterno;
eterno nella mente
che è costretta a non capire,
eterno per l’anima
che vaga intorno al tuo e al mio soffrire;
se non fosse per l’alba che
ogni giorno ci spinge
a contare i passi fatti,
potremmo morire questa notte
io e tu, in un lungo silenzio
senza rimpianti.

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Mi domando se spariti i rimpianti restano i pianti per "una mente costretta a non capire"

il 19/03/2008 alle 09:52

godi godi gli attimi ,allungali nell'immenso ,lo spazio è un termine soggettivo ,fallo tuo ,osservando il momento al microscopio ,sii felice di ciò che completa il tuo gran cuore ,sempre presente ,mai oblio ,un abbraccio ariele

il 19/03/2008 alle 17:32