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Pubblicata il 11/02/2008
Da ombre sbiadite
di malato sole

resto a tre passi

che il rovinar
in gelide braccia

temo

In chiara e scura Ella
che mi cattura

io gemo

mentre m’avvicino a rughe
d’ assiepate ciocche

come
sgradito sole

Splendo

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anche a me non convincono troppo le ripetizioni

cmq ottimo gioco di pause

piace

grazie

il 11/02/2008 alle 13:46

è un gioco d'ombra e di sole...
la reiterazione serviva a rendere efficace
la malattia e la scomparsa

grazie ..all

il 11/02/2008 alle 14:00

grazie a te sollazzo
la perfezione non m'appartiene..
ci tento........

il 11/02/2008 alle 17:25

***

Mi appare "il pomeriggio" della vita,
nella tua poesia.
Prima del tramonto che, poi tramonto non è mai.
Ma, un percorso logico dell'esistenza.

*
P.S.
Ti ho risposto su.. a Rino Gaetano.
Saluti,
ziogianni

il 11/02/2008 alle 22:03

è una metafora che ognuno legge come crede..
può essere la vita
la morte
l'amore
un fattore temporale..
un gioco di luci tra ombre e..sole



ps
ho leto la risposta..
indimenticabile Rino
rimane sempre nel cuore dei calabresi
e non solo!!!!
grazie

il 11/02/2008 alle 22:46

Stare a tre passi dall’ombra è già mantenere una buona distanza di sicurezza, ma farsi ribaciare dal sole è una vera provvidenza!
Io la penso così, ciao, mati.

il 11/02/2008 alle 23:55

già..
scompaiono le ombre fredde
e tu diventi un'ombra calda
in più illuminata dal sole
e diventi ombra te stessa
così saranno gli altri
a stare a tre passi...da te

il 12/02/2008 alle 00:23