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Pubblicata il 22/07/2002

Sono nato dal fango
per assurgere a stella.
Ho lottato tra ombre feroci
prigioniero di un fato già scritto.
Ho bramato nel buio la luce
consumando inesauribili attese.
Ora lo so,
sei nata dal mio inferno.
Ti sognai, rosa scarlatta
mentre sorgevi dal limo
tra brume assopite
di una notte senza luna.
Piano, implorai passione.
Mi donasti sensuale la via
tra la febbre dei petali rosa.
E fui in te.
E mi incendiai,
nella voluttuosa intensità
del tua anima in fiamme.
E più nulla ebbe una forma.
Tutto si tinse
di un’unica
inafferrabile
purissima essenza.
Mi librai nell’aria in tempesta
turbinando al di sopra dei venti
fino ad urlare muto
l’estasi del lampo
ammantato di nuvole e pioggia.
Poi solo luce, ovunque
e pace.
Ora, mi desto e mi scopro
mia candida Sirio
tuo muto compagno.
Noi due soli
avvolti in un tenero abbraccio
condannati ad una danza eterna
senza poter mai diventare uno.
Così vicini
e così lontani.
Piango, vinto ma sereno
contemplando il disegno celeste
che ci ha regalato
il sublime e crudele afflato
di un amore senza eguali.

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