PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/12/2007
Sono deflagrato
centoundici volte
a basalti e scisti
e più che nel ventre
ero nel culo della Terra.

Per ventisette anni
generato
eiettato a sera
a notte fonda
per trascinarmi a casa
ancora in nero di zigomi
senza neanche
togliermi zinco
dal cranio

C’era
nello spingermi giù
un che di sublime
e al tempo stesso
di bestiale
che urtava
a colpi di tosse
l’assoluta
necessità
di sopravvivere

Ogni due metri

Una centina

A tenermi l’anima.

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da tirare fuori dalla tasca ad ogni necessità. magari. guarda, andrei in giro con il mio sacco da montagna così staresti più comoda ( che in tasca)

il 20/12/2007 alle 14:43

immagino già lo sguardo benevolo. andresti benone per la miniera allora. piccola e agile. bo agile ce l'ho messo io.

il 20/12/2007 alle 17:41

Ti sei concesso la prova del tempo nella profondità della terra, hai supportato la paura del viaggio interiore con la provvisorietà delle centine, sei riemerso con la consapevolezza di te.
Interessanti memorie affiorano alla luce.
Ciao, mati.

il 20/12/2007 alle 23:28