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Pubblicata il 14/12/2007




Mi accompagnava come un’ombra
la pioggia ci bagnava oziosi
ma i nostri destini erano lì, insieme
pronti a supplirsi in un crepo avvenire
Io e lei
eravamo i principi sconosciuti
vergini come vaghe nostalgie
di un mite oceano
embrioni di un arbusto eclissato al sole
Una capanna di poltiglia
e due lemmi sul nostro viaggio
Cunicoli che conoscevamo solo io e lei
Poi moine incerte e gremite
sul mesto pasto di un passato
Quanti quesiti ci ponevamo per non decedere!
Cercavamo di eludere le nostre convenzioni
e aperti ad un altro piano
sfumavamo via
come il secco deserto
che ci crollava sotto a quei piedi stanchi
di conoscere nuove erbe
che non ci offrivano grazie ed espiazioni
Rizzati sull’abisso di una costa di carta
abbiamo annientato pure le ali
che ci guidavano l’un verso l’altra...
Ci siamo spinti oltre l’infinito
esponendoci alla fine
col sorriso rubino
dell’ultimo astro.
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