PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/12/2007
Ho letto da inesperto “albero raso”
ed ho rimesso in pace la lettura

ad est ho rivolto sguardo occaso

le mani mie col tremor di foglie
dipinsero i colori dell’arsura

sgravando crudamente quelle voglie

secca è la gola che parlò d’Ermete
così per i seguaci di Buttitta

vorrei pigiar le note con l’ariete
mesce nel vaso gocce d’aria fritta

ritorno indietro e guardo la mia sposa

è bella col suo manto di parole
mi apre brame sue e della prosa

vagheggia lei di figli e della prole
che fa dispregio alla carme fia

mai e mai poi potrebbe io tradire
d’aspre novelle l’altra sposa mia?

la rabbia mi rimove, desidero morire
In fondo cosa è mai la melodia

La prosa, narrativa o la poesia…

È tutto un mare tempestoso e chiaro
Se si novella con il core in mano

È come dare voce al coda piano
Ch’eleva dolce un pianto argomentato

E i ritmi di luce accesi in volo
Rivelano le mani all’abbandono

Quel coma fresco di cui si nutre il vate
Quando dipinge in nota le sue note

Verbi però avuti come dote
Solo a colui che puote

Il grande Vate
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

la tua simpatia mi è rimasta impressa
non ti chiedere perchè mai una cosa ti piace..
godila
ed io sarò felice...
la poesia è una emozione soggettiva

il 07/12/2007 alle 14:34

C’è tanto da carpire tra i versi ed anche da capire. Immagini diverse formano un tutt'uno che campeggia a tutto tondo.
Salutone, mati.

il 07/12/2007 alle 23:11