Che la casa possa essere silenzio,
così le lacrime si mettono a dormire.
Come bambine buone sanno essere dolci,
lacrime amare del buio e della sera
che poi finiscono per ridere e sognare
sul cuscino morbido di piume.
Che possa avere un pavimento senza cera
per correre incontro a chi bussa e non scivolare,
una casa rimasta per tanto tempo sola,
pallide pareti come guance esangui
all’improvviso baciate dalla luce
nel lirico approccio del sole del mattino.
Una casa tutta bianca e silenziosa,
che si schermisce al bacio della neve.
Due occhi accesi sul farsi della sera.
Un fuoco che illanguidisce i vetri
e dona una parvenza di sereno
a un cielo che s’imbroncia
per l’orizzonte nero
Rosanna Spina