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Utente eliminato
Pubblicata il 23/11/2007
Marinaio dei spumosi sentieri d'acqua
quanto è lunga la notte!

Con le folate di vento gelido
che ti urlano l'agognata compagnia,
sulla plancia della vita
ti conduci nave senza volto
e sull'oceano la tua ancora
non getti mai, inquieto pellegrino
di marosi in risacca.

Le acque grosse di luna
scavano per te solchi razionali,
mentre tu affacciato al parapetto
della malinconia nel cielo
non scorgi uno sparuto frammento
d'astro a porre sulle tue labbra
un desiderio notturno di mare.

Nei lamenti d'acqua calpestati
dall'acciaio di prua le voci
dei tuoi pensieri fanno sciame
nostalgico e sulla tua livida carne
una lacrima fa chiasso
nel silenzio d'acqua titanica.

Ed intanto senti il gigante
entrarti dentro più profondo
dei reconditi abissi.
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ammazza peggio di Omero
nel racconto di Ulisse...

ma sei passato da Scilla quando c'era maretta?

il 23/11/2007 alle 14:22

Il mare è tanto affascinante quanto maliconico, però è anche speranza d cogliere all'orizzonte ciò che per il momento non è visibile.
Mi piace la tua poesia è coinvolgente. Grazie!

il 23/11/2007 alle 15:16

Immagini intense, arricchite dall'uso di una efficace aggettivazione.
Un saluto, mati.

il 23/11/2007 alle 23:11

immensa fratellanza e solitudine tra acque salmastre ,bellissima ,quasi mi sfuggiva ma non per indifferenza,ciao ariele

il 24/11/2007 alle 10:16