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Pubblicata il 21/11/2007
Da qui nessuno ti schioda:
anche se mi barcameno tra le urla:
in casa c’è un clima un po’ teso;
c’entra poco col quid,
col quantum, col peso, è vero;
comunque, tu sei sempre la leva,
la pietra angolare,
nessun senso ti può spiegare,
eppure sei dove navigo sempre,
dove sempre affondo,
dove compio i miei voli,
sei l’aria che mi arruffa le piume,
l’acqua che scivola sulle squame;
chiuse e idrovore inutilmente,
fronteggiano l’esondazione;
vieni acqua, vieni fango,
vieni travolgente passione…

ti amo a prescindere,
senza neanche volerlo.
Godo della tua esistenza,
senza neanche pensarci;
la stessa mia acquista un senso,
tu ci sei sempre, e di più
se il silenzio è più denso.
Ti amo stupidamente,
come gli uccellini sui cai dell’alta tensione,
come l’odore di marcio che sale dai fossi,
come quello del letame dai campi smossi.
Io ti amo sempre,
insensatamente,
e di più quando non spero in niente.
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