Uscito alla svelta in un giorno di pioggia senza un cazzo d’ombrello
corro ad aspettare il treno che ho perso
sotto lo sguardo indifferente di statue di gesso
che mi guardano strappare un biglietto.
In questo marzo di polvere di fuoco alzata dal vento
quando mi specchio contro il sole
se mi volto indietro vedo due ombre
perchè in questo mondo
nessuno è solo
ed anche sotto la pioggia non ti abbandona perchè già fa parte di te,
il prete dall’altare ha detto così.
Uscito dalla doccia di fretta ma con ancora la puzza sotto il naso
aspetto il taxi che ho chiamato
per farmi portare a bere quel caffè che per telefono ho ordinato
sperando che sia ancora caldo.
In questo inverno sempre più freddo che sembra non voglia mai finire
non so più con quale voce parlare
mentre alla televisione
fanno vedere d’aver inventato dei robot che sanno già fare l’amore,
qualcosa che noi non facciamo più.
Dimmi se ti ricordi
quel giorno che sei scesa da casa tua come una stella che si stacca dal cielo
i sorrisi che ti strappavo dalle labbra ogni volta che avevi voglia di morire,
tua madre cosa dice?
dimmi se ti ricordi
le canzoni alla radio che parlavano di noi
le notti in cui ogni centimetro del tuo corpo era mio
le nostre corse in bici sotto i cieli blu...
il resto conta poco o niente,
facevamo invidia al mondo ed eravamo tanto felici da non dormire più,
dimmi con quale coraggio
hai messo il tuo cuore in una valigia
e mi hai lasciato
come un cane abbandonato all’autogrill.