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Pubblicata il 16/07/2002
Percorro strade
Con te gia solcate
Ascoltando una musica
Lontana
Fatta di chitarre e tamburi
Che mi rapisce
Mi riporta
Al tempo nostro
Quando sulle stesse note
Danzavi
Per me
Scalza
Cingendoti il corpo
Con le mani
Che sapevano ancora di me.
Guido
Corro
Scappo
Fuggo
Lontano da quei posti
Che mi sono entrati dentro
E non potranno da me
Mai
Essere allontanati.
Piango.
Si
Piango forte
E non mi vergogno
E lacrimo
E la macchina
Va da sé
Come se conoscesse la strada
D’un ritorno
Che non avrei mai voluto fare.
Da solo.
Accarezzo un ginocchio
Nudo e freddo
Che non c’è.
E la musica
Continua
Forte
Più forte
Implacabile
A stordirmi.
Ma non dimentico
L’epoca in cui
Ridevo
Gridando il tuo nome
Evocatore d’amore
E di piaceri
Divini
Non vergognandomi
Mai
Di gesti audaci
Di realizzare
Insieme a te
Sogni lontani per età
Volendo abbattere umane e fragili barricate
Costruiteci intorno
Ma prive di garrule bandiere.
E allora
Invoco
Forte
Tanto non mi sente nessuno
Al mondo
All’aria
Alla natura che mi circonda
Il tuo nome
Maestoso
E ti reclamo vicino
Schietto e fiero
Di porgerti ancora il mio fianco
Di uomo.
Come la notte
Quando abbarbicato
A un vuoto cuscino
Sempre freddo
Sfioro i tuoi capelli
Lunghi
Di te che vivi
Ormai
Nella sola mia mente
E ascolto la tua voce
Muta
Che mi ha fatto
Sentire dio per un attimo.
Vorrei correre
Ancora
Tanto
Per gridarti
In faccia
L’inconsolabile frase
Che accompagna
Le mie solitarie tenebre
Finché albeggia:
Non dimentico.
All’apparire del Sole
M’assale l’ansia di vivere
Ancora un giorno
Senza di te
La tua voce
Il calore d’una rapida carezza
Che mi riscaldava
Donandomi la vita.
Non piango più.
Lontano
La risacca
Appare più silenziosa.
Dischiudo le labbra
Per cogliere un tuo bacio
Su bocche di nuvole
Che vanno lontano.
E amo il silenzio
Che mi riporta a te.
Tutto questo
Per sempre.
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