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Pubblicata il 11/10/2007
Verrà quel Tempo dove udrò nuovamente
le voci dei miei cari vecchi, la tua rubata
così presto, la Sua che scenderà fin dentro
la mia piccola anima inquieta per farne
campo d'erba marzolina dove mi rotolavo
in quei giorni da cucciolo.

Allora libererò il mio sfogo sentimentale,
la mia rabbia a stento repressa,
l'insopportabile acuto del Dolore
e tutto si cambierà in canti e inni,
sarò assieme a quell'immensa moltitudine
a sventolare foglie di palma, sarò vestito
come i gigli del campo, libero come
gli uccelli dell'aria, di tutte quelle lacrime
solforiche non resteranno che uadi inariditi,
il male sarà tutto disciolto negli oceani
galattici, respirò AMORE, soltanto AMORE
che scenderà sul mio nuovo corpo astrale
come rugiada di san Giovanni.

Niente più colori di pelle perché lo Spirito
sarà un solo arcobaleno, niente più razze
e religioni perché lo Spirito sarà purezza,
non ci saranno più né padri e né figli
ma soltanto Figli Suoi e di questi quattro
giorni vissuti ai piedi della forca
come ladro
spergiuro
ignavo
ignorante
bestia
schiavo e peccatore non resterà nessun
segno, nessun marchio perché l'alito
della Sua Misericordia sarà come improvviso
uragano di sconvolgente intensità,
tutto sarà nuovo, ripulito, rinnovato
ed io rinascerò questa volta PER SEMPRE.
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bella la tua quasi riscossa alla vita!
quando ci si ritrova in pace con se stessi, si combatte per poter ritrovare l'erba marzolina di quel campo dove rotolavi da cucciolo.
complimenti.annarella.

il 11/10/2007 alle 21:23